Il pronunciamento della Corte Costituzionale sulle questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Bologna e altri in merito alla legittimità della cosiddetta legge “ius sanguinis” (91/1992), modificata dal decreto Tajani convertito in legge dal Parlamento in data 26 maggio 2025, conferma la piena costituzionalità della legge in vigore fino alla presentazione del “decreto Tajani” del marzo del 2025 e quindi la totale inopportunità oltre che improprietà di ricorrere alla decretazione d’urgenza per modificare la normativa italiana su una materia così delicata.
Si tratta di un risultato importante, perché la Corte, pur non riferendosi specificamente alla nuova normativa ha dichiarato l’infondatezza delle questioni di legittimità e incostituzionalità sollevate dai Tribunali.
Allo tempo stesso la Corte Costituzionale ha voluto ribadire in maniera solenne come spetti al Parlamento l’eventuale decisione di intervenire sul tema della cittadinanza, mentre alla Corte spetta l’accertamento della costituzionalità delle suddette norme; anche in questo caso, considerando il ricorso alla decretazione d’urgenza e la conseguente forte e grave limitazione delle prerogative parlamentari, la Corte segnala in maniera autorevole sia pure indiretta la irrituale maniera con il quale il governo italiano abbia deciso di intervenire sul tema, peraltro alla vigilia di una così importante sentenza.
Continueremo in Parlamento e tra gli italiani all’estero a mantenere alta l’attenzione su questo tema e sulla necessità di modificare una norma che ha causato sconcerto e “spaesamento” tra gli italiani all’estero, così come ribadito dal discorso al CGIE del Presidente della Repubblica che auspicava un approfondimento e quindi un ripensamento sui contenuti dell’attuale legge 75/2025.