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Trump impone nuovi dazi, regge l’accordo con l’Ue al 15%. Bruxelles: “Il lavoro continua”

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"I nuovi dazi statunitensi riflettono i primi risultati dell'accordo Ue-Usa, in particolare il tetto massimo del 15% sui dazi all-inclusive. Questo rafforza la stabilità delle imprese europee e la fiducia nell'economia transatlantica". Lo scrive su X il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, dopo l'annuncio da parte di Donald Trump. "Gli esportatori dell'Ue beneficiano ora di una posizione più competitiva. Il lavoro continua", sottolinea.

Il primo ministro canadese Mark Carney ha dichiarato oggi che Ottawa è "delusa" dalla decisione di Washington di aumentare al 35% i dazi doganali sui prodotti del Paese non coperti da un accordo commerciale preesistente.

Per salvaguardare settori come quello del legno, dell'acciaio, dell'alluminio e dell'auto - non compresi nell'accordo di libero scambio trilaterale con il Messico e gli Stati Uniti - "il governo canadese agirà per proteggere i posti di lavoro canadesi, investire nella nostra competitività industriale, acquistare prodotti canadesi e diversificare i nostri mercati di esportazione", ha spiegato Carney in un comunicato.

La notizia arriva quando in Europa è già passata la mezzanotte ma negli Stati Uniti la deadline per i nuovi dazi di Donald Trump non è ancora scaduta. Il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo per imporre nuove misure ai Paesi con cui ha chiuso accordi commerciali, confermare quelle per i Paesi con cui ha strettto un'intesa - tra cui l'Unione europea - e sferrare un nuovo colpo al Canada con un aumento notevole delle tariffe. La nuova ondata di misure vanno da un minimo dal 10% ad un massimo del 41%, contro la Siria, ma non entreranno in vigore oggi, come previsto, bensì tra una settimana, il 7 agosto. Inoltre, le nuove tariffe doganali sulle merci spedite via nave non saranno modificate prima del 5 ottobre 2025.

Il primo dato di rilievo è che, nonostante i timori in Europa e la mancanza di unanimità, l'accordo stipulato dal presidente americano e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in Scozia ha retto. Nella lunga lista di Paesi colpiti dalla misure, infatti, l'Unione europea resta con un dazio del 15%, come stabilito nell'incontro bilaterale tra i due leader. Confermato anche quello per il Giappone, al 15%, e la Gran Bretagna al 10%. Penalizzato, invece, il Canada con un aumento dal 25% al 35%, "in risposta alla continua inazione e alle ritorsioni di Ottawa". Punita anche la Svizzera con una tariffa più ala di quella dichiarata il 2 aprile, al 39%. Il premier dell'Ontario Doug Ford ha esortato il primo ministro canadese Mark Carney a non cedere.

Invariati anche i dazi per l'India, al 25% e la Corea del Sud al 15%. Nella lista pubblicata in serata dalla Casa Bianca si precisa, inoltre, che le merci importate da ogni nazione del mondo saranno soggette a una tariffa del 10%, ad eccezione dei beni provenienti dai 92 paesi elencati in un allegato, che sono soggette a tariffe più elevate. Il dazio più alto riguarda i prodotti provenienti dalla Siria, che saranno tassati al 41%. Il Brasile è ancora dato al 10%, ma un precedente ordine firmato da Trump nel pomeriggio di giovedì ha aggiunto un ulteriore dazio del 40% su alcune merci per punire il presidente Lula, in risposta al processo all'ex presidente, Jair Bolsonaro.
Oltre alle nuove tariffe stabilite per ciascun Paese, l'ordine esecutivo di Trump stabilisce anche un dazio del 40% su qualsiasi merce che la U.S. Customs and Border Protection determini essere stata "trasbordata" per evitare misure più elevate altrove. Ciò avviene principalmente quando merci prodotte in Cina vengono spedite in un altro Paese e riconfezionate.

Eurozona, inflazione stabile al 2% nel mese di luglio

L'inflazione annuale dell'area dell'euro si attesta al 2,0% nel luglio 2025, stabile rispetto a giugno, secondo una stima flash di Eurostat.
Se si considerano le principali componenti dell'inflazione dell'area dell'euro, Eurostat prevede che il tasso annuo più elevato a luglio sarà quello di alimentari, alcol e tabacco (3,3%, rispetto al 3,1% di giugno), seguito da quello dei servizi (3,1%, rispetto al 3,3% di giugno), dei beni industriali non energetici (0,8%, rispetto allo 0,5% di giugno) e dell'energia (-2,5%, rispetto al -2,6% di giugno).

Istat: a giugno le vendite crescono, +0,6% in valore sul mese

A giugno 2025 si stima, per le vendite al dettaglio, una crescita congiunturale sia in valore (+0,6%) che in volume (+0,4%). Lo rileva l'Istat. Sono in aumento le vendite dei beni alimentari (+1,4% in valore e +1,1% in volume), mentre sono pressoché stazionarie quelle dei beni non alimentari. Su base tendenziale a giugno le vendite al dettaglio crescono dell'1,0% in valore e calano dello 0,7% in volume. Le vendite dei beni alimentari aumentano in valore (+2,8%) e subiscono una flessione in volume (-0,3%), mentre quelle dei beni non alimentari calano sia in valore che in volume (rispettivamente -0,3% e -0,9%).

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