Gente d'Italia

Due pugili muoiono dopo due incontri nella stessa serata a Tokyo

(foto: depositphotos)

di GIANLUCA PACE

Nuova tragedia nel pugilato giapponese, ancora una volta segnata da incontri definiti “selvaggi” e dalla scarsa tempestività degli arbitri. Nella stessa competizione del 2 agosto alla Korakuen Hall di Tokyo, due pugili nipponici hanno perso la vita per lesioni cerebrali riportate sul ring. Le vittime sono il superpiuma Shigetoshi Kotari e il peso leggero Hiromasa Urakawa, entrambi 28enni, ricoverati d’urgenza e operati subito dopo match estremamente duri. Nonostante gli interventi, sono deceduti a distanza di pochi giorni.

In seguito alla doppia tragedia, la federazione giapponese ha annunciato che d’ora in poi gli incontri saranno limitati a un massimo di dieci riprese, eccetto quelli validi per titoli mondiali WBA, WBC, WBO e IBF, che resteranno di dodici. La WBC, in un comunicato, ha espresso “profondo cordoglio” e vicinanza alle famiglie. Il pugilato, purtroppo, ha una lunga scia di episodi simili. A febbraio di quest’anno l’irlandese John Cooney, 28 anni, è morto dopo un KO tecnico; un anno prima il giapponese Kazuki Anaguchi era deceduto per le ferite riportate in un match titolato. Nell’aprile 2024 il peso medio congolese Ardi Ndembo, 27 anni, era morto dopo un combattimento in Florida. Tra il 2000 e il 2021 si contano 33 pugili deceduti, inclusi casi femminili come Becky Zerlentes (USA, 2005) e la 19enne Jeanette Zacarias Zapata (Messico, 2021), colpita duramente quando era ormai inerme.

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