VENEZIA – “Un’orribile strage di cui è rimasta vittima anche la memoria collettiva perché, quando si nomina Vergarolla ben pochi sanno di cosa si sta parlando o cosa è successo a Pola quel 18 agosto del 1946. Abbiamo il dovere di non lasciare all’oblio la tragica morte di un centinaio di persone, tra i quali numerosissimi bambini, perché come ha detto Primo Levi: se la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità, a che serve la memoria?”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, nel settantanovesimo anniversario, ha ricordato la strage avvenuta sulla spiaggia di Vergarolla, a Pola. Nell’occasione ha Zaia ha rinnovato i sentimenti di vicinanza alle comunità degli esuli giuliano-dalmati. “In una città che sentiamo vicina per l’impronta culturale veneziana, la lingua storicamente parlata e l’alto numero di profughi giuliani che hanno scelto la nostra regione dopo l’esodo – ha aggiunto il presidente Zaia – le cronache raccontavano di un grande orrore che travolge un momento di festa, della impossibilità di riconoscere decine di vittime, di un vescovo che autorizza ad usare i banchi delle chiese per ricavarne bare, di atti di pietà ed eroismo tra i sopravvissuti. Le inchieste identificavano l’esplosione come conseguenza di un atto volontario di sconosciuti. Passati i decenni, a noi giunge il monito alla pace, al rifiuto di ogni forma di violenza, alla convivenza civile”.
Vergarolla, il presidente del Veneto Zaia: “Strage di cui è rimasta vittima anche la memoria collettiva. Vicinanza alla comunità degli esuli giuliano-dalmati”
