Gente d'Italia

Pensioni sospese a settembre: la verità dietro il blocco che colpirà migliaia di anziani

di MATTIA SENESE

Migliaia di anziani in allerta, si rischia il blocco della pensione a settembre: chi rischia davvero e come difendersi.

Con l’avvicinarsi del mese di settembre, migliaia di pensionati italiani si trovano davanti a una spiacevole sorpresa: la sospensione delle pensioni da parte dell’INPS che interesserà in particolare i titolari di assegno sociale e coloro che percepiscono prestazioni collegate a redditi, come l’integrazione al trattamento minimo, la maggiorazione sociale o la pensione di reversibilità.

Le ragioni della sospensione delle pensioni a settembre 2025

Nel corso degli ultimi giorni, molti pensionati hanno ricevuto una comunicazione ufficiale dall’INPS che annuncia la sospensione della prestazione pensionistica a partire dal 1° settembre 2025. Questa decisione, che può apparire come un fulmine a ciel sereno, è il risultato di una mancata trasmissione dei dati reddituali relativi all’anno 2021, imprescindibili per la verifica delle condizioni che consentono l’erogazione delle prestazioni assistenziali.

Non si tratta di un semplice avviso preventivo, ma di una misura già attivata dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che ha deciso di bloccare il pagamento delle pensioni a coloro che non hanno presentato o aggiornato la dichiarazione dei redditi richiesta. In molti casi, i beneficiari non sono stati avvisati tramite comunicazione cartacea, ma è possibile verificare la presenza di eventuali avvisi di sospensione direttamente nell’area riservata del sito INPS.

Un caso emblematico è stato segnalato da un nostro lettore, il cui familiare ha ricevuto una lettera di sospensione dell’assegno sociale, suscitando particolare preoccupazione per le conseguenze economiche immediate. La situazione appare complessa anche perché molti Centri di Assistenza Fiscale (CAF) sono chiusi per ferie, ritardando così la possibilità di regolarizzare la posizione nei tempi utili. L’INPS indica chiaramente che è possibile evitare l’eventuale revoca definitiva della prestazione presentando entro 120 giorni dalla comunicazione una domanda di ricostituzione reddituale per sospensione, come previsto dall’articolo 35, comma 10-bis, del DL 207/2008. Questa domanda può essere inoltrata:

Per chi sceglie di procedere in autonomia, è sufficiente accedere al portale INPS, digitare nella barra di ricerca “Domanda Pensione, Ricostituzione” e selezionare la voce “Variazione di pensione”, dove saranno disponibili le opzioni di ricostituzione reddituale per sospensione.

Tuttavia, è importante sottolineare che la presentazione della domanda non garantisce l’immediato sblocco del pagamento della pensione a settembre. L’INPS necessita di tempo per valutare e approvare le istanze, pertanto il blocco potrebbe protrarsi almeno per il mese in questione. La sospensione non riguarda esclusivamente i titolari di assegno sociale, ma anche tutti i pensionati che beneficiano di prestazioni collegate ai redditi, come:

Questo amplifica l’impatto della misura, colpendo un ampio spettro di pensionati che si affidano a queste integrazioni per garantire un reddito minimo di sostentamento. L’INPS ha inoltre ricordato di aver già inviato una comunicazione preventiva in passato, ma la mancata risposta ha portato all’attivazione della sospensione.

La situazione evidenzia la necessità di un controllo periodico da parte degli interessati sulle proprie comunicazioni e sullo stato delle proprie pratiche tramite il portale ufficiale. La difficoltà maggiore resta, per molti, la tempistica: con i CAF chiusi per ferie e la complessità della procedura, il rischio è che a settembre molti pensionati si trovino senza alcun accredito, con tutte le conseguenze economiche e sociali che ciò comporta.

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