di GIANLUCA PACE

Quasi un italiano su quattro è oggi a rischio povertà ed esclusione sociale. A lanciare l’allarme è un’analisi del Teha Group, realizzata con la Fondazione Crt e presentata al Forum di Cernobbio da Maria Chiara Carrozza, docente di Bioingegneria Industriale all’Università di Milano Bicocca. I dati fotografano un Paese segnato da forti disuguaglianze: 1,3 milioni di minori vivono in povertà assoluta, in aumento del 47% nell’ultimo decennio, mentre quasi un giovane su dieci lascia precocemente la scuola. L’Italia resta tra i fanalini di coda in Europa per quota di laureati e registra uno dei più alti tassi di Neet (15,2%). Lo studio evidenzia inoltre un “ascensore sociale” bloccato: il contesto familiare incide pesantemente su istruzione e lavoro, con un divario Nord-Sud tra i più ampi del continente. Quattro regioni meridionali figurano infatti tra le peggiori cinque dell’Ue per rischio esclusione sociale. La povertà educativa produce effetti diretti anche sull’economia: ostacola la creazione di oltre 3 milioni di posti di lavoro e accentua lo skill mismatch, con un deficit di 2,2 milioni di lavoratori qualificati. Sul fronte digitale, solo il 56% dei giovani possiede competenze di base, contro una media Ue del 73%. Secondo Teha, colmare questi divari potrebbe generare fino a 48 miliardi di Pil aggiuntivo e ridurre di circa 2 milioni le persone a rischio esclusione.