
Il Presidente della Commissione Ursula von der Leyen il 10 settembre ha tenuto davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo il primo discorso sullo Stato dell’Unione del suo secondo mandato come Presidente della Commissione Europea.
L’attenzione posta alla tutela dell’informazione e del pluralismo è stata altissima. Infatti, la Presidente ha evidenziato il rischio che la manipolazione dell’informazione e la disinformazione creino sempre più barriere culturali, politiche e sociali all’interno dell’Unione e degli Stati membri. Il contesto internazionale è profondamente mutato e nel mondo si stanno imponendo modelli autocratici. Per questi sistemi politici l’Europa, e la cultura del Vecchio Continente, sono elementi da logorare; la disinformazione diventa uno strumento per farlo dall’interno, fomentando l’odio e rafforzando le posizioni politiche dei partiti populisti e massimalisti, che sempre più consenso stanno acquisendo tra le fasce più deboli della popolazione europea. La Presidente von der Leyen ha parlato di “deserti dell’informazione”, riprendendo i concetti esposti da Penny Muse Abernathy nel volume The Expanding News Deserts. Il deserto in cui oggi si muove l’informazione a livello globale è anche connesso alla siccità derivante dall’avvento delle grandi piattaforme digitali, che hanno modificato le abitudini di consumo dei lettori, drenando gran parte delle risorse economiche che rappresentano nutrimento essenziale per il mercato. E proprio in questa prospettiva la Presidente von der Leyen ha indicato come elemento essenziale la necessità di aumentare in maniera significativa i finanziamenti destinati ai media, investendo in particolare su quelli indipendenti e locali. Una sorta di resistenza culturale del Vecchio Continente ai venti autoritari che arrivano da Est e da Ovest. Alexis de Tocqueville, nel suo fondamentale testo La democrazia in America, parlava del giornale come collante sociale, affermando: “La stampa è lo strumento democratico per eccellenza: essa non unisce gli uomini che si conoscono, ma lega in una stessa opinione quelli che non si conosceranno mai.” Il momento di grande difficoltà politica della Presidente della Commissione non deve far passare inosservati questi fondamentali passaggi del suo discorso sullo Stato dell’Unione. E sarebbe — il condizionale è d’obbligo — necessario che anche a livello nazionale la politica italiana avesse un sussulto di dignità e iniziasse a occuparsi seriamente della necessità di garantire ai propri media autonomi e locali le condizioni per continuare a fare buona informazione.