di MATTIA CECCHINI
VENEZIA – Il 66% dei turisti che visitano il Veneto sono stranieri, il Veneto è “la prima regione turistica in Italia” e Luca Zaia non può accettare che “il nostro biglietto da visita”, Venezia, faccia notizia sul New York Times perchè “qui rubano tutto“, perchè è vittima della piaga dei borseggi. “Ma vi pare possibile?”. Per questo il presidente del Veneto torna a dire che bisogna “fare pulizia e a Roma devono fare le leggi per permetterci di fare pulizia“. I borseggiatori e i malviventi che imperversano a Venezia “vanno messi in galera, come negli Stati Uniti dove se guidi in stato di ebbrezza passi la notte in galera”.
Quello, per Zaia, è un esempio da seguire assieme, lo ribadisce oggi parlando con i cronisti, all’adozione del braccialetto elettronico per i borseggiatori sommato ad un daspo che li tenga alla larga dalle zone dove di solito operano. “Bisogna non farli entrare nelle zone dove poi fanno la loro attività“, e bisogna “sapere dove sono” usando il braccialetto elettronico.
“NON PUÒ ESSERE NORMALE AVERE I BORSEGGIATORI”
Su questo, assicura Zaia, non si è disposti a cedere: “Noi non ci omologhiamo al fatto che sia normale avere i borseggiatori come avere il vicino di casa che fa il fritto a tutte le ore, sono delinquenti”. E, detto questo, difende i cittadini che filmano proprio i borseggiatori. Contro questi cittadini sentinelle sono apparsi anche dei cartelli. “Fanno un lavoro strepitoso, è scandaloso che ci sia qualcuno che pensa che se si filmano i ladri il reato è di chi filma e non di chi ruba“, commenta il governatore.