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Haddad, il “grande assassino”, l’ultimo capo di Hamas. Guida 10mila miliziani in attesa tra i vicoli di Gaza City

di AMEDEO VINCIGUERRA

Sarebbe lui l’ultimo comandante militare di Hamas, Az al-Din al-Haddad, l’unico superstite. Rimasto solo alla guida di una milizia di 10mila unità, 10mila terroristi secondo Israele pronti ad agire mentre attendono tra le viuzze e gli stretti vicoli di Gaza City.

Aspettano la fanteria dell’Idf che avanza. Il nemico israeliano chiama Haddad “il grande assassino”, con questo nome è conosciuto anche nella Striscia, faceva parte con Yahya e Muhammed Sinwar e con Mohammed Deif dell’elite  che ha pianificato e guidato il massacro del 7 ottobre 2023.

Gli ostaggi israeliani sono nelle sue mani (riferisce Silvana Logozzo, la corrispondente dell’Ansa) .

“L’ho incontrato diverse volte durante la prigionia”

“Sono io il responsabile di tutti gli ostaggi a Gaza”, ha detto a uno di loro. Nel suo telefono cellulare tiene le foto delle persone sequestrate in Israele e trascinate nell’enclave.

“L’ho incontrato diverse volte durante la prigionia. Una volta è arrivato travestito, probabilmente per non essere riconosciuto dai suoi stessi carcerieri. Per paura che qualcuno potesse passare informazioni a Israele”, ha raccontato l’ex ostaggio Keith Siegel, rilasciato a febbraio dopo 484 giorni a Gaza.

“La mattina della liberazione mi hanno portato sulla spiaggia, Haddad ha camminato accanto a me, mi ha dato istruzioni sul testo che avrei dovuto leggere poco dopo alla cerimonia organizzata da Hamas”, ha ricordato.

“Con noi all’inizio della guerra era gentile, si offriva di aiutarci in caso di necessità. Poi da gennaio il suo comportamento è cambiato radicalmente, è diventato ostile”, ha detto Siegel. Solo dopo si è saputo che il figlio maggiore di Haddad, Suhaib, era stato ucciso in un attacco israeliano.

Il cerchio di ordigni intorno agli ostaggi

L’intelligence militare conosce i luoghi dove sono tenuti i rapiti, in particolare nella città di Gaza, e sa che intorno a loro – nei tunnel come in superficie – Hamas e la Jihad islamica hanno sistemato un cerchio di ordigni: avvicinarsi senza rischiare che vengano fatti esplodere è impossibile, dicono fonti della sicurezza.

Ma gli strateghi dell’esercito, in vista dell’ingresso nella città, hanno messo a punto un piano specifico, classificato, per agire qualora si aprisse uno spiraglio per raggiungere e liberare gli ostaggi.

“Chi fuggirà, il suo sangue ricadrà sulla sua testa”

Haddad, 55 anni, soprannominato anche il “fantasma delle brigate al-Qassam”, ricopre il ruolo di capo militare di Hamas dalla morte di Mohammed Sinwar. La scorsa settimana ha scritto ai suoi miliziani ordinando di prepararsi alla “grande battaglia per Gaza City”, minacciando di morte chiunque tentasse di fuggire verso sud.

Gli altri comandanti hanno diffuso le indicazioni tra i subordinati: “Chi fuggirà, il suo sangue ricadrà sulla sua testa”, hanno chiarito secondo le modalità di Hamas, riferendosi ai mesi precedenti, quando numerosi combattenti hanno cercato di disertare. Haddad gli ha fatto sapere che sarà personalmente al loro fianco, sottolineando che bisognerà combattere per mesi.

Capelli tinti, barba colorata

Due mesi fa, dopo che l’Idf ha ucciso Mohammed Sinwar nel tunnel di lusso sotto l’ospedale Europeo dove era riunito con altri capi di brigata, il portavoce dell’Idf in lingua araba Avichay Adraee ha pubblicato una foto di Haddad per mostrare come si sia tinto i capelli, sistemato la barba, colorata pure quella, per non farsi individuare dall’intelligence dell’Idf e da eventuali ‘traditori’ palestinesi.

“Al-Haddad è l’ultimo superstite della leadership che ha portato Gaza alla rovina e che sta trascinando al collasso l’intero asse sciita. Che cosa penseranno i residenti della Striscia, dalle loro tende, dalle loro case distrutte, vedendo questa immagine? Si può definire eroe chi ha devastato la Striscia, si nasconde spaventato nei tunnel e cambia la propria faccia?”, ha scritto con sarcasmo il portavoce militare israeliano su X.

 

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