di FILIPPO LIMONCELLI
A Venezia continua l’attività della squadra antiborseggio della polizia locale, un nucleo operativo in borghese creato nel 1999 e considerato “un unicum in Italia per longevità ed esperienza”. Nei primi nove mesi del 2025, il bilancio parla di 130 borseggiatrici fermate in città, di cui sei tratte in arresto. Nessuna, però, si trova attualmente in carcere. Il fenomeno rimane di forte attualità: soltanto nella zona di piazza San Marco, la polizia locale ha recuperato 900 portafogli abbandonati da gennaio a luglio, frutto dei furti messi a segno soprattutto ai danni di turisti stranieri.
A fornire i dati è stato il vicecomandante della polizia locale Gianni Franzoi, che ha sottolineato come molti dei borseggiatori siano minorenni, spesso affidati temporaneamente a comunità dalle quali riescono a fuggire dopo poche ore. “Nonostante i problemi legislativi e normativi – assicura Franzoi – continuiamo a operare. Non ci fermiamo: e dai bilanci che continuiamo a produrre i risultati si vedono”.
I casi più noti: Shakira e Cristina
Tra le figure ormai tristemente note in città spicca quella di “Shakira”, borseggiatrice diventata famosa per i numerosi video diffusi online che la ritraggono mentre deruba turisti e residenti. Dopo mesi di latitanza e un ordine di cattura pendente, era stata arrestata ad agosto, ma il 5 settembre ha patteggiato un anno di reclusione senza finire in carcere, ricevendo soltanto il divieto di dimora a Venezia. Su di lei gravano circa sessanta fascicoli penali, quasi tutti legati alla violazione dei fogli di via.
Un’altra protagonista delle cronache è Cristina, 25 anni, incinta al nono mese, sorpresa a tentare un furto con una complice minorenne ai danni di una turista polacca. Per lei è scattata una nuova denuncia per tentato furto e violazione del foglio di via, già infranto più volte.
L’aiuto dei cittadini e le origini del fenomeno
Accanto all’attività degli agenti, da 25 anni si distingue anche il gruppo civico “Veneziani non distratti”, composto da residenti che segnalano, documentano e, in alcuni casi, rincorrono le borseggiatrici. Un supporto che la polizia locale considera prezioso e legittimo. Franzoi ha infine ricordato che il problema dei borseggi non è affatto recente: già negli anni ’90 Venezia aveva istituito squadre speciali per affrontare un fenomeno che, nella città lagunare, si è sempre distinto per dimensioni e continuità.