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Diabete di tipo 2, arriva l’allarme: il rischio cresce anche con e-cigarette e pouch

di CLAUDIA MONTANARI

Il legame tra fumo e malattie croniche è noto da tempo, ma oggi arriva un’ulteriore conferma che riguarda da vicino milioni di persone: il diabete di tipo 2. Durante l’ultimo congresso della European Association for the Study of Diabetes (EASD), ricercatori svedesi e norvegesi hanno presentato uno studio che dimostra come fumare — o anche solo fare uso di prodotti alla nicotina come e-cigarette, snus o pouch — aumenti in maniera significativa il rischio di sviluppare diabete di tipo 2.

La ricerca non si limita a ribadire i pericoli generici del fumo: dimostra infatti che il rischio cresce in tutte le quattro varianti conosciute della malattia, indipendentemente da età, peso o predisposizione genetica.

Diabete di tipo 2, non è un’unica malattia

Il termine “diabete di tipo 2” viene spesso usato come se fosse un’unica condizione. In realtà, i ricercatori distinguono quattro sottotipi principali:

Queste categorie aiutano a comprendere come la malattia si manifesti in maniera diversa nei pazienti e perché alcuni fattori di rischio abbiano un impatto più forte in certi gruppi rispetto ad altri.

Lo studio

Il nuovo lavoro ha preso in esame i dati clinici di oltre 7.000 persone tra Norvegia e Svezia, divisi tra pazienti con diabete e un gruppo di controllo senza la malattia.

Il risultato è chiaro: fumare, sia nel presente che in passato, aumenta in modo significativo la probabilità di sviluppare diabete di tipo 2.

Gli scienziati hanno rilevato che:

Nei grandi fumatori, cioè chi consuma 20 sigarette al giorno per almeno 15 anni, le percentuali aumentano ancora: +135% per SIRD, +45% per MARD, +52% per SIDD e +57% per MOD.

In altre parole, non esiste sottotipo “protetto”: il fumo agisce in modo trasversale e peggiora la sensibilità all’insulina, il meccanismo centrale che regola il diabete di tipo 2.

Non solo sigarette: anche svapo e prodotti “senza fumo” sono a rischio

Un aspetto che rende questo studio particolarmente rilevante è l’attenzione ai prodotti alternativi alle sigarette tradizionali.

Gli autori hanno analizzato l’uso di snus (tabacco da fiuto tipico del Nord Europa) e di prodotti a base di nicotina considerati “più sicuri” come e-cigarette e nicotine pouch.

Il risultato smentisce la percezione di innocuità: chi utilizza questi prodotti ha un rischio più alto di sviluppare diabete di tipo 2, soprattutto nelle forme SIDD e SIRD.

Secondo gli studiosi, la causa non è tanto la combustione, ma la nicotina stessa, che ha un effetto diretto sulla capacità dell’organismo di rispondere all’insulina.

Perché questo studio è importante

Molti ancora credono che fumare possa ridurre il rischio di diabete perché limita l’aumento di peso. È un mito duro a morire, ma completamente falso: il nuovo studio mostra che la realtà è opposta.

Gli esperti sottolineano che la prevenzione del diabete passa anche da una corretta informazione: spiegare che la nicotina, in tutte le sue forme, è un fattore di rischio indipendente potrebbe aiutare le persone a compiere scelte più consapevoli.

Inoltre, comprendere come il fumo influisce sui diversi sottotipi può aprire la strada a strategie di prevenzione personalizzate, in grado di ridurre davvero l’incidenza della malattia.

Il diabete di tipo 2 è oggi una delle patologie croniche più diffuse al mondo. Secondo le stime, circa 11% della popolazione mondiale convive con il diabete, e il 90% dei casi è di tipo 2.

Le conseguenze non riguardano solo la salute individuale, ma anche i sistemi sanitari, chiamati a sostenere costi sempre maggiori per la gestione delle complicanze.

Se si confermerà che anche svapo e nicotina “senza fumo” aumentano il rischio, il messaggio da dare alle nuove generazioni è chiaro: non esistono alternative sicure quando si parla di prodotti alla nicotina.

Le prossime ricerche

Lo studio presentato all’EASD non è ancora stato pubblicato su riviste scientifiche peer-reviewed, ma apre prospettive di ricerca importanti.

Gli autori vogliono approfondire il rapporto tra fattori modificabili (come fumo, dieta, attività fisica) e genetica, per capire meglio come si combinano nel determinare il rischio di diabete.

Capire queste dinamiche potrebbe essere decisivo per sviluppare programmi di prevenzione più efficaci, soprattutto in quei Paesi dove l’uso di e-cigarette e nicotine pouch è in forte crescita.

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