Gente d'Italia

Porta (Pd): Finanziaria 2026, evitare nuovo blocco delle pensioni degli italiani all’estero

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La Legge di Bilancio per l’anno finanziario 2025 con il blocco della perequazione automatica delle pensioni superiori al trattamento minimo degli italiani residenti all’estero ha penalizzato come mai prima d’ora i nostri connazionali.
Dobbiamo ora sperare che il blocco degli aumenti non sarà riproposto nella Legge di Bilancio per il 2026 che il Governo di centrodestra sta attualmente delineando e che dovrà essere approvata entro la fine di quest’anno. Il pericolo che la scure del Governo si abbatta di nuovo sui diritti socio-previdenziali degli italiani all’estero è reale e sarà mia premura, insieme ai colleghi del Partito democratico eletti all’estero, vigilare ed impedire che ciò avvenga.
I motivi per cui è stato deciso di sospendere per il 2025 (ma con conseguenze economiche permanenti per i pensionati colpiti) la rivalutazione – cosiddetta perequazione automatica – delle pensioni superiori al trattamento minimo INPS erogate agli italiani residenti all’estero non ci sono stati mai spiegati, ma noi del PD abbiamo sempre sostenuto che il blocco degli aumenti delle pensioni degli italiani all’estero è palesemente discriminatorio e presenta numerosi profili di incostituzionalità.
Si ricorderà che sono stati penalizzati dall’assurdo provvedimento circa 61.000 titolari di pensioni INPS residenti all’estero dei quali oltre 30.000 risultano essere titolari di pensioni di importo che varia da 567 a 1.135 euro mensili mentre circa 11.000 sono titolari di pensioni di importo tra 1.135 e 1.703 euro e solo 12.000 pensioni sono superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS.
Sono stati colpiti quindi i più poveri e i più deboli per risparmiare qualche milione di euro. La decisione del legislatore, che temiamo possa essere ribadita nella LDB per il 2026, di bloccare il meccanismo della perequazione automatica a pensioni di importo così basso, lasciando invece inalterata la rivalutazione per le pensioni di importo alto dei residenti in Italia, oltre a rappresentare una ingiustificabile disparità di trattamento basata manifestamente sulla residenza, costituisce anche e soprattutto una violazione del principio di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza dei trattamenti previdenziali (principio sancito dagli articoli 3, 36 e 38 della Costituzione) e di quello della salvaguardia delle pensioni più basse evocato più volte dalle sentenze della Corte Costituzionale.
Non dimentichiamo infatti che la perequazione automatica è stata introdotta in Italia allo scopo di proteggere il potere d’acquisto dei pensionati e garantire loro un tenore di vita adeguato e costante nel tempo. Proprio per questo è paradossale che questo Governo, che ha dimostrato a più riprese, di non avere una grande empatia per gli italiani residenti all’estero, abbia circoscritto il blocco degli aumenti pensionistici ai soli residenti all’estero senza tener conto che essi sono tuttavia tutelati dal diritto internazionale – Regolamenti comunitari di sicurezza sociale e Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale – che sancisce il principio della esportabilità delle prestazioni previdenziali e il mantenimento dei diritti acquisiti. Auspico che nella manovra per il 2026 in preparazione siano salvaguardati i diritti acquisiti dei nostri connazionali e non si ripeta l’inspiegabile accanimento contro il mondo dell’emigrazione. Non mancherà ovviamente il nostro impegno per vigilare e denunciare ogni tentativo di fare cassa sulle spalle dei nostri connazionali.
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