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ROMA – Una partita in zona rossa. Italia-Israele, in programma a Udine martedì prossimo, è stata classificata “ad altissimo rischio”: allerta di livello quattro, il massimo. A firmare l’ordinanza è stato il prefetto Domenico Lione.

La decisione è figlia del timore di infiltrazioni violente. Per questo dalle 8 alle 24 di martedì sarà vietata la vendita di bottiglie, lattine, bicchieri di vetro e qualunque oggetto che possa trasformarsi in un’arma. Bar e ristoranti dovranno rimuovere dehors e arredi esterni: niente sedie, niente fioriere, niente appigli per chi ha voglia di lanciare qualcosa di più pesante di uno slogan.

Intanto in città si prepara un doppio evento: la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e, in contemporanea, una manifestazione per chiedere l’annullamento della partita. Il corteo è confermato, e i contestatori verranno tenuti a distanza dallo stadio con un sistema di prefiltraggio a un chilometro dai cancelli. Metal detector, controlli a tappeto, barriere anti-terrorismo e due elicotteri a sorvolare l’area: un piano di sicurezza che farebbe invidia al G7.

La nazionale israeliana, nel frattempo, arriverà in Italia in modalità stealth: atterraggio ancora top secret – Venezia o forse la Slovenia – e alloggio in località sconosciuta. Scorta 24 ore su 24, protocollo rigidissimo e, inevitabilmente, l’ombra del Mossad. Il Viminale ha smentito di aver autorizzato ufficialmente la presenza dei servizi segreti israeliani, ma nei fatti è scontato che saranno della partita, scrive la Gazzetta dello Sport.

A livello sportivo, l’atmosfera si annuncia surreale. “Si giocherà in uno stadio quasi vuoto”, ha ammesso Gennaro Gattuso. Poco più di 5mila biglietti venduti su 25mila disponibili, mentre fuori ci saranno mille agenti a vigilare su tutto il Triveneto.