Gente d'Italia

Intervento in Aula. Meloni: “Pieno sostegno a Kiev, l’Italia non invierà soldati in territorio ucraino”. Attacco a Pd e M5s

(Foto archivio)

"Considero irresponsabile andare in giro per il mondo a gettare ombre sulla nazione che si rappresenta quando non la si governa, solo per cercare di raggranellare qualche consenso o peggio solo per cercare un soccorso esterno per fare quello che non si è in grado di fare in patria".

Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in replica dopo il dibattito sulle sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo, facendo un riferimento implicito alla segretaria del Pd Elly Schlein con cui nei giorni scontri ha avuto uno scontro.

La premier ha anche attaccato il M5s sul caso Ranucci: "Non voglio tornare a Grillo, ma mi chiedo se sia possibile prendere lezione dal M5s che oggi scende in piazza e ieri stilava le liste di proscrizione dei giornalisti che non piacevano". Meloni ha ricordato di avere "espresso personalmente la solidarietà a Ranucci e lo faccio in quest'Aula, la libertà di stampa è un tema molto serio ma va affrontato con equilibrio ed obiettività e mi pare che un po' manchino da parte di alcuni".

"Non ricordo - ha aggiunto - mobilitazioni quando Sallusti è stato arrestato in redazione o quando Cerno o Capezzone hanno ricevuto minacce di morte, nemmeno
quando Cerno è stato escluso da una audizione sulla libertà di stampa al parlamento europeo organizzato dal Movimento 5 Stelle".

L'Europa, ha detto poi Meloni, "in questi anni non ha fatto spesso la sua parte, su sicurezza, difesa, competitività e questo ci pone in posizione debolezza". E "dicendo no quando va detto che si da una mano a essere più forti". In particolare, in merito al green deal "l'Italia deve essere chiara nel dire quello che non funziona nelle nuove proposte e tentare di correggere la rotta: non significa essere contro ma cercare di salvare un'Europa che a volte per diktat ideologici insensati ha devastato la sua forza e la sua competitività".

"Ho già utilizzato la mia autorevolezza - ha quindi affermato - non tanto per difendere l'Europa, perché c'è un errore di fondo in tutti quelli che cercano di creare una divisione tra Usa ed Europa. Io lavoro per l'Occidente, perché penso che sia forte insieme. E uso la mia autorevolezza, lato americano e lato europeo, per rafforzare un legame senza il quale comunque avremmo dei problemi".

"Dire che questo governo ha portato il Paese in infrazione è una mistificazione. Durante il Covid sono state sospese le regole del Patto di stabilità, in Italia" la flessibilità "è stata utilizzata per sprechi di ogni genere, dalle mascherine acquistate cinque volte il prezzo, ai monopattini ai banchi a rotelle e compagnia cantante", ha poi attaccato Meloni. "Quando sono tornate le regole del Patto - ha precisato - ci siamo ritrovati in procedura e dopo tre anni noi stiamo uscendo dalla procedura nella quale l'opposizione attuale ci aveva portato, bisogna essere onesti".

Sui dazi, ha concluso, "l'accordo non era la mia soluzione preferita, perché puntavo a un'area di libero scambio fra Europa e Usa. Ma per come si è configurato, l'accordo è migliore di quello che avremmo potuto ottenere, e per questo accordo mi sono personalmente spesa, anche nei rapporti tra il presidente Trump e la presidente von der Leyen".

Sull'Ucraina "la nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili alle immagini delle case sistematicamente bombardate dai russi sulla popolazione civile che resiste da oramai quattro anni". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo. "Il nostro sostegno al popolo ucraino rimane determinato nell'unico intento di arrivare alla pace, l'ho detto a Zelensky anche pochi giorni fa al telefono".

"Lasciatemi nuovamente nettamente ribadire la posizione del governo: ciascuna nazione contribuirà agli sforzi" dei Volenterosi per Kiev ma "l'Italia ha già chiarito che non prevede l'invio di soldati nel territorio ucraino", ha aggiunto.

Per il "piano in 20 punti sulla crisi mediorientale" siamo "molto grati a tutti i mediatori per lo sforzo diplomatico, Egitto, Qatar e Turchia soprattutto al presidente degli Usa Donald Trump che ha dedicato energie straordinarie per raggiungere quello che è un suo indiscutibile successo", ha detto Meloni.

Per Gaza "l'Italia continua a svolgere un lavoro intenso che la pone al primo posto tra le nazioni occidentali ed è pronta a incrementare il suo sforzo", e "da troppe parti, soprattutto per interesse, si finge di non vederlo o si tenta di negarlo", ha aggiunto. Il nostro "sforzo" per Gaza, "unico tra le nazioni occidentali fa giustizia delle troppe polemiche e menzogne ascoltate in questi mesi. E sono orgogliosa di rappresentare una nazione in cui la maggioranza dei cittadini sa ancora distinguere fra il cinismo sbandierato a favore di telecamere e la solidarietà vera e silenziosa".

"Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato, per impedire che continui a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale. Abbiamo avuto, anche in questi giorni, prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti degli stessi palestinesi, in una pericolosa serie di esecuzioni sommarie che consideriamo inaccettabili.
Sono queste le precondizioni necessarie anche per il riconoscimento da parte dell'Italia dello Stato di Palestina, come anche da indicazione di questo Parlamento. Il governo è pronto ad agire di conseguenza quando queste condizioni si saranno materializzate", ha detto.

"L'Italia non potrà sostenere la proposta di revisione della legge clima europea a maggior ragione se non sarà sostanziata da un vero cambio di approccio", ha aggiunto. L' Italia, ha sottolineato, "sostiene e continuerà a sostenere un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni ma riteniamo che il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo sia continuare a rincorrere un approccio ideologico e pertanto irragionevole che pone obiettivi insostenibili e quindi irraggiungibili" che "rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell'Unione europea".

"Non può esistere solo l'elettrificazione per il futuro dell'auto, e tantomeno per quello del trasporto pesante o dell'industria, a partire da quella dell'acciaio, del vetro e del cemento. Dobbiamo al contrario rimanere aperti a tutte le soluzioni, come anche i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e che devono essere consentiti anche dopo il 2035", ha affermato. "Finalmente - ha aggiunto -, anche grazie alla nostra insistenza su questo punto e alla nostra capacità di portare su queste posizioni altri importanti partner europei, registriamo una prima apertura da parte della presidente von der Leyen che, nella lettera sulla competitività inviata ai leader lunedì scorso, in previsione del Consiglio, fa esplicito riferimento a questa possibilità".

"Con Merz e altri 15 leader abbiamo indirizzato una lettera" a Ursula von der Leyen "per accelerare la semplificazione" in tre punti tra i quali una revisione dell'attuale normativa, "la cancellazione della regolamentazione non necessaria e il contenimento delle proposte legislative dove maggiore" è l'efficacia dell'intervento europeo, ha detto Meloni. "Non è il momento di esitare ma il tempo di porre rimedio agli errori del passato".

In Aula, accanto alla presidente del Consiglio, il governo era quasi al completo. Vicino a Meloni, per ora, ci sono il vicepremier Matteo Salvini e i ministri Adolfo Urso (Imprese), Tommaso Foti (Affari Ue), Pichetto Fratin (Ambiente), Roberto Calderoli (Autonomie), Anna Maria Bernini (Università), Daniela Santanché (Turismo), Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Paolo Zangrillo (Pubblica amministrazione), Alessandro Giuli (Cultira) e Orazio Schillaci (Salute). L'aula è quasi al completo. Presiede il presidente Ignazio La Russa.

"Il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre ancora una volta arriva in un frangente internazionale estremamente complesso" e l'Italia si presenta "forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana", ha sostenuto Meloni, sottolineando che gli "indicatori economici e finanziari solidi la rendono apprezzata dagli analisti e attrattiva per gli investitori".

"Il riconoscimento del Fondo Monetario Internazionale e l'ultima valutazione sul rating dell'Italia da parte dell'agenzia Dbrs, riportano finalmente l'Italia dove merita di stare, cioè in serie A, e dimostrano la correttezza della strategia di sviluppo e delle politiche di bilancio messe in campo da questo governo, confermate anche con la legge di bilancio varata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri. Tutto questo consente all'Italia di presentarsi con autorevolezza al tavolo del Consiglio europeo, per contribuire, con le sue posizioni, a scelte che necessitano di pragmatismo, di visione e di ambizione", ha aggiunto.

Una senatrice del M5S chiama Meloni "cheerleader", battibecco in Aula

Botta e risposta teso, al Senato, tra maggioranza e opposizione sulle parole della senatrice del M5s, Alessandra Maiorino, che rivolgendosi alla premier Giorgia Meloni - in Aula, dopo le sue comunicazioni sul Consiglio Ue - l'ha definita "cheerleader" del presidente statunitense Trump, provocando le proteste dai senatori di centrodestra e facendo intervenire più volte il presidente La Russa per calmare gli animi.

Riferendosi alle dichiarazioni della premier, Maiorino ha detto: "Anche oggi l'abbiamo dovuta vedere nelle vesti di cheerleader (e spero che cheerleader si possa dire e che nessuno insorga) del presidente di un altro paese, invece che mantenere la schiena dritta e fare la capo del governo dell'Italia, lodando semplicemente Trump".

E ha aggiunto che Meloni in Aula è venuta a raccontarci qui la favoletta che anche il suo ministro Tajani ci è venuto a raccontare, quella dei 39 studenti palestinesi che adesso noi stiamo formando e che sono destinati a diventare la classe dirigente della Palestina e quindi forse un giorno la Palestina potrà essere riconosciuta. Ma si rende conto delle baggianate che venite a raccontare in quest'Aula e agli italiani? Ma veramente ci avete preso per dei bambini? La Palestina va riconosciuta oggi".

Dall'altra parte dell'emiciclo si sono sentite voci e urla interrompendo l'intervento di Maiorino e a sua difesa si è schierato Marco Croatti dei 5 Stelle, alzando la voce. A quel punto è intervenuto La Russa dicendo che "non c'è stato dileggio, può dispiacere ma nessuno sta disturbando l'intervento della senatrice". E ha continuato: "Il tentativo di creare tensione oggi non funziona, l'aula è tranquilla...", ma poi, visto che continuava il battibecco, ha invocato "un po' di serietà" e a Croatti ha detto: "Senatore, non la espello, non ci provi!".

Poco dopo Maiorino ha ripreso a parlare, chiedendo e ottenendo dal presidente alcuni minuti in più, e dicendo: "Siamo abituati agli insulti che partono dai banchi di destra". Quindi ha concluso: "Le dico da italiana a italiana: vada in Europa per fare la presidente del Consiglio della nazione italiana e non la vice di Donald Trump". Subito dopo, La Russa ha dato la parola a un'altra senatrice che era iscritta a parlare e ha aggiunto: "Tristezza, proprio..".

Exit mobile version