di MIRKO GABRIELE NARDUCCI
ROMA – Un italiano su dieci rinuncia a visite mediche e controlli per motivi legati ai tempi di attesa, alle difficoltà economiche e alla distanza dalle sedi sanitarie e il ‘trend’ è in crescita. Lo certificano le recenti indagine Istat, i cui esiti sono stati riferiti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Nel 2024 il 9,9% delle persone ha dichiarato di aver rinunciato a curarsi per problemi legati alle liste di attesa, alle difficoltà economiche o alla scomodità delle strutture sanitarie: si tratta di 5,8 milioni di individui, a fronte di 4,5 milioni nell’anno precedente (7,6%)”. Lo ha detto il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra.
LA MOTIVAZIONE PRINCIPALE? SONO LE LUNGHE LISTE DI ATTESA
Come ha spiegato Chelli, “la rinuncia a causa delle lunghe liste di attesa costituisce la motivazione principale, indicata dal 6,8% della popolazione, e risulta anche la componente che ha fatto registrare l’aumento maggiore negli ultimi anni: era il 4,5% nel 2023 e il 2,8% nel 2019”. Un fenomeno, ha rilevato l’Istat, “più diffuso tra le donne (7,7%) sia nelle età centrali (9,4% a 45-64 anni) che in quelle avanzate (9,2% a 65 anni e più)”.















