di CRISTINA ROSSI
ROMA – Non si avevano più notizie di loro da giorni, poi il gruppo di cinque escursionisti partiti da Como con destinazione Valle del Khumbu, in Nepal, si è rimesso in contatto con il ‘mondo’. A rassicurare che almeno questi escursionisti italiani non sono in pericolo è la stessa Farnesina, in una nota diramata questa mattina, giovedì 6 novembre.
IL GRUPPO PROSEGUE IL TREKKING: TRA DUE GIORNI IL RIENTRO A KATHMANDU
“ll Consolato Generale a Calcutta rischierato in Nepal ha ricevuto conferma che l’agenzia di Milano e l’agenzia nepalese sono riuscite a comunicare con il gruppo dei cinque escursionisti della provincia di Como con cui da giorni non si avevano contatti”, riferisce il ministero degli Esteri italiano. “I connazionali hanno riferito di stare bene- continua la comunicazione ufficiale- e che proseguiranno il loro programma, con rientro a Kathmandu in data 8 novembre”. Il primo contatto con gli escursionisti impegnati nel trekking di una delle regioni più spettacolari dell’Himalaya Nepalese è arrivato questa mattina: “Siamo tutti vivi e stiamo bene”, hanno rassicurato.
Già ieri, Daniele Tonani, titolare di Himalaya Travel, tour operatore che ha organizzato il viaggio del gruppo, aveva spiegato sui social che l’interruzione di comunicazioni non avrebbe dovuto destare eccessive preoccupazioni: “Sapevamo che ci sarebbe stato un vuoto comunicativo di otto giorni e gli otto giorni terminano domani- ha tranquillizzato Tonani- Se ci fossero stati problemi le autorità locali l’avrebbero detto”.
GLI ALTRI DUE GRUPPI CON ITALIANI TRAVOLTI DALLE VALANGHE
Dopo l’allarme rientrato del gruppo di Como, il bilancio della tragedia degli ultimi giorni sul Tetto del mondo- attraversato da bufere e valanghe- è al momento di tre italiani morti e due dispersi.
STEFANO E ALESSANDRO, LE DUE VITTIME SUL PANBARÌ
I corpi senza vita di Stefano Farronato, tecnico forestale 50enne di Bassano del Grappa, e Alessandro Caputo, 28 anni, maestro di sci e studente universitario di Milano, sono stati ritrovati sul Panbari, sepolti sotto tre metri di neve a oltre 6mila di quota. La valanga li ha travolti mentre dormivano in tenda. Erano entrambi alpinisti esperti. Scampato per miracolo invece il loro capo spedizione, Valter Perlino, veterinario 64enne di Pinerolo. Sopravvissuto perché un dolore al piede gli ha impedito di proseguire e si è trattenuto al campo base.
PAOLO HA TROVATO LA MORTE SULLO YALUNG RI, SI CERCANO I DUE COMPAGNI
Altre vette poco più in là, sullo Yalung Ri a 5.600 metri un’altra valanga e un’altra tragedia: Paolo Cocco, abruzzese di 41 anni, di Fara San Martino, non ce l’ha fatta. I suoi compagni di scalata italiani, Marco Di Marcello, biologo di Teramo, e Markus Kirchler, 29enne di San Genesio, in Altoadige, risultano tuttora dispersi. Oggi, giovedì 6 novembre, dall’eliporto di Kathmandu una squadra di soccorso italiana raggiungerà la zona dello Yalung Ri in cui si svolgeva la scalata, con l’obiettivo di tentare di recuperare i due alpinisti. Il team si unirà alle ricerche della squadra di ricerca e soccorso già sul campo delle guide di montagna nepalesi.
IL FRATELLO DI MARCO DI MARCELLO: “IL SUO LOCALIZZATORE SI MUOVE, CE LA FARÀ”
Le speranze di trovarli vivi sono “scarse”, per la Farnesina, ma i familiari di Di Marcello hanno fatto sapere che il suo localizzatore è stato registrato in movimento. “Siamo convinti che Marco sia vivo e che stia cercando con i mezzi a disposizione di farsi trovare”, ha detto il fratello Gianni. “Sono sicuro che abbia messo il rilevatore in richiesta di soccorso perché ha trasmesso diverse posizioni e con un frequenza più breve di aggiornamenti. Vediamo che si sposta in continuazione- ha continuato- lo ha fatto in salita di quota e a una distanza di 500 metri da dove era in precedenza, poi torna indietro e noi crediamo che abbia trovato un cunicolo, abbia scavato una specie di riparo, almeno questa è la nostra speranza, dove raccogliersi per affrontare temperature e notte. Lui è forte, ce la farà”.















