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Onu, Cuba è il primo Paese al mondo per detenzioni arbitrarie

Cuba è oggi il Paese con il maggior numero di detenzioni arbitrarie riconosciute dalle Nazioni Unite.

Lo rivela un nuovo rapporto di Prisoners Defenders basato sui pareri del Gruppo di Lavoro Onu sulla Detenzione Arbitraria, il Wgad.

Con 93 casi certificati negli ultimi sei anni, l'isola supera l'Egitto, fermo a 73, diventando il primo Stato al mondo per privazioni di libertà motivate da ragioni politiche e ideologiche.
Gli ultimi due pareri riguardano 49 persone arrestate dopo le proteste dell'11 luglio 2021. Il Wgad, dopo aver ascoltato la difesa del governo cubano, conclude che si tratta di detenzioni politiche, spesso accompagnate da tortura, sparizioni forzate, assenza di difesa legale e violazioni gravi del giusto processo.
L'organismo Onu ha chiesto la liberazione immediata e l'esonero penale dei detenuti, oltre ai risarcimenti per i danni subiti.
Secondo il rapporto, la repressione a Cuba assume un carattere collettivo: i singole pareri dell'Onu includono decine di casi, un fenomeno raro a livello internazionale. Negli ultimi 20 mesi, tre pareri hanno riguardato 66 persone mentre il tasso medio di detenuti per ogni risoluzione è il più alto al mondo, pari a cinque.
Il Gruppo di Lavoro Onu sulla Detenzione Arbitrari afferma che la detenzione arbitraria è usata come strumento di controllo sociale che colpisce attivisti, giornalisti, comunità religiose e movimenti civici.
Tra le violazioni documentate l'incomunicabilità prolungata, gli arresti senza mandato, i processi militari a civili e l'utilizzo di accuse vaghe come "disordini pubblici" o "sedizione". Il rapporto denuncia anche le condizioni detentive critiche e le restrizioni imposte nelle rare scarcerazioni.
Il documento conclude che la repressione non è episodica, ma una politica di Stato finalizzata a reprimere il dissenso e a limitare i diritti fondamentali dei cubani.

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