Il provvedimento approvato dalla Camera dei Deputati sull’assistenza sanitaria degli italiani all’estero, a prima firma Di Giuseppe (FdI), abbinato alla proposta di legge del Partito Democratico a prima firma Di Sanzo, non modifica in alcun modo l’attuale sistema di tutela e assistenza sanitaria gratuita per gli iscritti AIRE; introduce piuttosto una possibilità facoltativa e non obbligatoria per coloro che versando un contributo vorranno avvalersi delle prestazioni continuative e totali previste dal Servizio Sanitario nazionale.
Affermare o diffondere notizie diverse o distorte è grave e rischia tanto di ingenerare ingiustificate preoccupazioni tra i nostri connazionali all’estero quanto di indurre la nostra amministrazione a interpretazioni errate della nuova normativa.
Riepiloghiamo per chiarezza: le prestazioni di emergenza, l’assistenza per tre mesi e tutte le coperture sanitarie previsti dagli attuali accordi di sicurezza sociale rimangono in vigore e quindi non vengono modificate dalla nuova legge.
Per quanto riguarda il contributo di duemila euro vale notare che il Partito Democratico si è dichiarato contrario a questa somma, chiedendo invece che il contributo fosse diversificato a seconda la condizione reddituale e il Paese di residenza dei nostri connazionali. Non solo: abbiamo chiesto l’esenzione dal pagamento per gli studenti e i pensionati e a fronte della non approvazione di questi emendamenti non abbiamo votato a favore dell’art. 2 relativo al contributo economico.
Si tratta quindi di una legge che introduce in maniera facoltativa e non obbligatoria una possibilità in più non prevista dall’attuale sistema che nega, come sappiamo, la tessera sanitaria agli iscritti AIRE. Chi dice che da domani gli italiani all’estero dovranno pagare duemila euro per accedere al Servizio Sanitario Nazionale fa un’affermazione grave e pericolosa perché induce a credere che avremmo approvato una norma che modifica l’attuale situazione (cosa non vera) e che obbligherà tutti a pagare questa somma (cosa altrettanto falsa).
