Gente d'Italia

Leone XIV tornato dal Libano. “Il prossimo volo potrebbe essere in Africa”. E poi Argentina, Uruguay e Perù

L’Africa come primo obiettivo di viaggio, a partire dall’Algeria di Sant’Agostino. Ma anche l’America Latina, con le mete già note allo studio di Argentina, Uruguay e Perù. Lo sguardo al Venezuela.

Leone XIV si apre con i giornalisti in poco meno di 30 minuti di conversazione, di ritorno dal Libano. Parla in inglese, spagnolo, italiano. Parla del Conclave, delle possibili mediazioni, del dialogo ecumenico. Riceve un ritratto di una famiglia libanese, fatto mentre era in viaggio. Rivela che la Santa Sede sta lavorando dietro le quinte per il dialogo.

Non è la prima volta che il Papa risponde a domande in aereo – lo aveva fatto anche muovendosi dalla Turchia al Libano – ma è la prima volta che tiene una conferenza stampa, con domande e risposte. C’era curiosità su come la avrebbe tenuta, ma il modello resta quello di Papa Francesco: domande aperte, priorità ai giornalisti locali per parlare del viaggio, nessuna domanda predeterminata. Si vedrà se cambierà col tempo.

Il primo tema della conferenza stampa riguarda la pace. Il Papa – chiede un giornalista libanese – userà la sua influenza con il presidente Trump e con il presidente israeliano Nethanyahu? E dirà ad Israele di non aggredire il Libano?

Leone XIV risponde diplomaticamente. Sì – spiega – “credo possibile che ci sia di nuovo la pace nella ragione”, e sì, ci sono delle conversazioni con “alcuni dei leader dei posti menzionati, e intendo farlo personalmente o attraverso la Santa Sede”, e sì “è nostra speranza continuare a levare il grido di pace di cui ho parlato alla fine della Messa oggi”.

Leone XIV spiega poi che il viaggio in Libano nasce come corollario del viaggio in Turchia per il 1700esimo di Nicea, e che comunque durante il viaggio nella Terra dei Cedri ha avuto “incontri personali con rappresentanti di diversi gruppi che rappresentano in realtà l'autorità politiche, persone e gruppi che hanno anche qualcosa da vedere con i conflitti interni o anche internazionali nella regione”. È un modo elegante per non citare direttamente Hezbollah, di cui gli era chiesto nella domanda.

E infatti il Papa aggiunge. “Il nostro lavoro principalmente non è una cosa pubblica che dichiariamo per le strade”. Piuttosto, si lavora “dietro le quinte” e “continueremo a cercare di convincere le parti a lasciare le armi e la violenza e venire insieme al tavolo di dialogo e cercare risposte a soluzioni che non sono violente ma che possono essere più efficaci e migliori per il popolo”.

Leone XIV viene poi chiesto a che punto è nella sua “curva di apprendimento” nel suo nuovo “lavoro”. Il Papa ricorda che lui pensava di ritirarsi a un punto, e che comunque quando gli hanno chiesto, durante le congregazioni generali, se si sentiva un candidato, lui aveva detto che “tutto è nelle mani di Dio”, e che questo lo crede profondamente.

Indica il libro “The Practice of the presence of God” come uno dei modi per conoscere meglio il suo profilo. Leone XIV si descrive come una persona che “si fida di Dio” e lo ha fatto anche quando si trovava in mezzo a grandi sfide in Perù, “durante anni di terrorismo”, dicendo sempre a Dio: “Signore, mi affido a te. Tu guida la strada”.

Il Papa chiosa di essere “divertito da come i giornalisti interpretino la mia faccia”, perché “non sempre siete corretti”. “Ero al Giubileo dei giovani con oltre un milione di ragazzi lì. Ieri sera, una piccola folla. È sempre meraviglioso per me. Penso a me, queste persone sono qui perché vogliono vedere il Papa. Ma mi dico poi: sono qui perché vogliono vedere Gesù Cristo, vogliono vedere un messaggero di pace. Io credo che quell’entusiasmo è di ispirazione, e spero di non essere mai stanco di apprezzare tutto quello che quelle persone mostrano”.

Questione della pace in Europa. La Santa Sede – sottolinea Leone XIV – non ha partecipazione diretta sui temi dell’escalation, non è membro della NATO. Ma ricorda di aver chiesto tante volte il cessate il fuoco, e di aver sostenuto il dialogo invece della guerra, e nota che ora si sta aumentando la produzione di armi, e che c’è anche il tema dell’energia adesso che viene la guerra.

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