Il premier britannico Keir Starmer ha accolto con un caloroso abbraccio davanti all'ingresso del n.10 di Downing Street e di fianco a un grande albero di Natale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per il vertice a quattro col presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, giunti in precedenza nella residenza del primo ministro a Londra.
Al centro dell'incontro l'ultimo round di negoziati per arrivare alla fine del conflitto russo-ucraino.
Il presidente è atterrato nella tarda mattinata di lunedì nel Regno Unito. Sempre oggi Zelensky sarà a Bruxelles, mentre domani alle 15 sarà ricevuto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
"Esistono visioni di Stati Uniti, Russia e Ucraina. E non abbiamo una visione unitaria sul Donbass", ha detto il presidente ucraino in un'intervista a Bloomberg, dopo che Trump lo ha criticato dicendosi "deluso" dal leader ucraino che a suo dire non ha ancora letto la proposta, mentre Mosca sarebbe "d'accordo" con il piano. Elementi del piano Usa richiedono ulteriori discussioni su una serie di "questioni delicate", tra cui le garanzie di sicurezza e il controllo sulle regioni orientali, ha detto Zelensky sottolineando che Kiev spinge per un accordo separato sulle garanzie di sicurezza.
Dopo gli incontri a Londra, Bruxelles e Roma "avremo la nostra visione comune" per i colloqui, e "sono pronto a volare negli Stati Uniti se il presidente Trump sarà pronto per questo incontro", ha detto ancora Zelensky.
"Ciò che è molto importante oggi è l'unità tra Europa, Ucraina e Stati Uniti", ha aggiunto il presidente ucraino parlando ai giornalisti prima del vertice a Downing Street. "Ci sono cose che non possiamo gestire senza gli americani e cose che non possiamo gestire senza l'Europa", ha aggiunto Zelensky.
"Il percorso verso la pace in Ucraina è difficile ma stiamo facendo progressi", ha dichiarato anche Starmer prima del vertice
Intanto la Russia ha incriminato decine di responsabili ed ex responsabili politici e militari ucraini per "genocidio" della popolazione di etnia russa o russofona del Donbass a partire dal 2014. Tra i 41 accusati dalla procura generale non figura il presidente Zelensky, mentre compaiono il suo predecessore Petro Poroshenko, il ministro della Difesa Denys Shmygal, l'ex capo delle forze armate Valeriy Zaluzhny, quello attuale Oleksandr Syrsky, l'ex capo di gabinetto presidenziale Andriy Yermak e Rustem Umerov, segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale e capo della delegazione ucraina per le trattative di pace.
In un comunicato, la procura generale ha reso noto di avere "approvato l'incriminazione nel procedimento penale contro la leadership politica e militare dell'Ucraina". I 41 dirigenti ed ex dirigenti sono accusati in contumacia in base all'articolo 357 del Codice penale russo, vale a dire di "genocidio". Tutti sono stati iscritti nella lista dei ricercati da Mosca.
Secondo la procura generale, sono stati uccisi quasi 5.000 civili e 13.500 sono stati feriti, di cui 1.275 minori. Sempre secondo l'accusa, di conseguenza oltre 2,3 milioni di cittadini sono stati costretti a fuggire dalle loro case e la popolazione complessiva delle due regioni è scesa da 6,5 a 4,5 milioni.
Oggi il segretario generale della Nato, Mark Rutte, riceverà nella sua residenza ufficiale a Bruxelles il presidente Zelensky, insieme al presidente del Consiglio europeo, António Costa, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Non ci saranno incontri con i media.
"Se siamo alleati dobbiamo agire come alleati, e gli alleati non minacciano di interferire nella vita politica interna degli alleati, la rispettano: non possiamo accettare questa minaccia d'interferenza nella vita politica dell'Europa" ha detto Costa alla conferenza annuale del Delors Institute, sottolineando che gli Usa e l'Ue ormai "non condividono la stessa visione dell'ordine internazionale". "Gli Usa non possono rimpiazzare l'Europa sulla visione che abbiamo sulla libertà di espressione.
Intanto i leader di Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Svezia, Finlandia e Irlanda scrivono ai presidente Costa e della Commissione Ue von der Leyen per esprimere sostegno alla proposta di un prestito di riparazione per Kiev e sottolineare l'urgenza di prendere una decisione al vertice in programma il 18 dicembre davanti alle "ambizioni imperialistiche della Russia" che "minacciano la sicurezza europea al di là dei confini dell'Ucraina".
"Considerando l'attuale entità e l'urgenza delle esigenze di bilancio e militari dell'Ucraina, sosteniamo con forza la proposta della Commissione di un prestito di riparazione finanziato dai saldi di cassa provenienti dai beni russi immobilizzati nell'Ue" scrivono i leader. "Oltre ad essere la soluzione più fattibile dal punto di vista finanziario e più realistica dal punto di vista politico, risponde al principio fondamentale del diritto dell'Ucraina al risarcimento dei danni causati dall'aggressione" aggiungono.
