di LORENZO BRIOTTI

Nello stesso giorno in cui il governo ha lanciato l’allarme del governo sulla cannabis light, segnalando la presenza al suo interno del pericoloso cannabinoide sintetico Mdmb-pinaca, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di alcune imprese della canapa industriale, sospendendo l’efficacia della sentenza del Tar Lazio sul Cannabidiolo e consentendo loro di lavorare. Il Tar aveva ritenuto legittimo il decreto del ministero della Salute del 27 giugno 2024 che inseriva le composizioni orali a base di cannabidiolo tra i medicinali stupefacenti, in base al principio di precauzione.

Il Consiglio di Stato ha, invece, riconosciuto il rischio di un grave pregiudizio economico e occupazionale. “Un primo riconoscimento delle criticità giuridiche sollevate” dicono gli avvocati Giuseppe Libutti, Sergio Santoro e Michele Trotta. Il ricorso verrà discusso nel merito durante la seduta pubblica del 7 maggio del 2026.

Dopo l’accoglimento del ricorso da parte del Consiglio di Stato, il partito Democratico ha chiesto al governo che sulla materia si arrivi alla certezza del Diritto. Il deputato Marco Lombardo di Azione ha invece chiesto al governo di riconoscere l’errore compiuto sulla cannabis light. Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra ha parlato invece di una smentita al governo da parte del Consiglio di Stato: “Il Consiglio di Stato oggi certifica quello che denunciamo da mesi: la norma contenuta nel Decreto Sicurezza è una norma illegittima, punitiva, ideologica e profondamente ingiusta. La norma contenuta nel DL sicurezza ha trasformato in tanti Pablo Escobar migliaia di imprenditori”.

“Il Consiglio di Stato”, ha osservato ancora Bonelli, “parla di grave pregiudizio economico e occupazionale: è la smentita più netta possibile di una politica cieca e ideologica. Questo Governo non combatte le mafie vere, ma se la prende con chi lavora legalmente, distruggendo posti di lavoro e creando incertezza. Questa destra ha scelto deliberatamente di criminalizzare un settore legale che dà lavoro a circa 30 mila persone: un comparto fatto di giovani, agricoltori, piccole e medie imprese, innovazione e riconversione ecologica”. Per Bolnelli, si tratta “dell’ennesima sconfitta del governo Meloni e del suo furore ideologico”.