ROMA – Israele ha riconosciuto formalmente il Somaliland come Stato indipendente e sovrano, diventando il primo Paese al mondo a compiere questo passo nei confronti della regione separatista della Somalia. Una decisione destinata ad avere ripercussioni geopolitiche nel Corno d’Africa e a riaccendere le tensioni con Mogadiscio, da sempre contraria a qualsiasi ipotesi di secessione.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato l’avvio immediato di una cooperazione bilaterale in settori chiave come agricoltura, sanità, tecnologia ed economia. In una dichiarazione ufficiale ha elogiato la leadership del presidente del Somaliland, Abdirahman Mohamed Abdullahi, invitandolo a visitare Israele. Il riconoscimento è stato formalizzato con una dichiarazione congiunta firmata da Netanyahu, dal ministro degli Esteri Gideon Saar e dallo stesso Abdullahi.
Netanyahu ha inquadrato la scelta nel solco degli Accordi di Abramo del 2020, promossi durante la prima amministrazione Trump, che hanno portato alla normalizzazione delle relazioni tra Israele e diversi Paesi arabi. Il presidente del Somaliland ha annunciato l’adesione agli Accordi, definendoli un contributo alla pace e alla stabilità regionale e globale.
La reazione internazionale non si è fatta attendere. L’Egitto ha reso noto che il ministro degli Esteri Badr Abdelatty ha consultato i suoi omologhi di Somalia, Turchia e Gibuti, parlando di “sviluppi pericolosi” per l’equilibrio del Corno d’Africa. In una nota, Il Cairo ha riferito che i Paesi coinvolti hanno condannato la decisione israeliana, ribadendo il sostegno all’unità territoriale della Somalia e avvertendo che il riconoscimento di regioni separatiste rappresenta una minaccia alla sicurezza internazionale.
Il Somaliland si è proclamato indipendente nel 1991, approfittando del collasso dello Stato somalo, e da allora ha mantenuto una relativa stabilità politica e istituzionale. Nonostante ciò, fino a oggi non aveva mai ottenuto il riconoscimento formale di alcun Paese. Mogadiscio, negli anni, ha attivamente contrastato ogni tentativo in tal senso sul piano diplomatico.
