Inutile girarci intorno. Quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato un messaggio chiaro al MoVimento 5 Stelle, in primis al vicepremier Luigi Di Maio e a uno dei personaggi più autoritari della galassia pentastellata, Alessandro Di Battista, che sabato si sono scagliati contro i giornalisti, tacciati di essere "puttane" e "infimi sciacalli" per il loro modo di raccontare la realtà dei fatti. Secondo loro, con toni aspri verso di loro.

Ebbene, ieri il capo dello Stato non si è lasciato sfuggire l’occasione per ribadire un concetto chiaro: la libertà di stampa ha un grande valore. Soprattutto leggere le cose che non si condividono, che aiutano a riflettere. Parole lampanti, quelle di Mattarella, nella nella risposta ad alcune scolaresche delle scuole secondarie di primo grado ricevute ieri al Quirinale. Rispondendo a una domanda di uno studente sulla sua giornata tipo, il presidente ha detto: "Al mattino come prima cosa leggo i giornali: le notizie e i commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido, e forse questi secondi per me sono ancora
più importanti. Perché è importante conoscere il parere degli altri, le loro valutazioni. Quelli che condivido sono interessanti, naturalmente, e mi stanno a cuore; ma quelli che non condivido sono per me uno strumento su cui riflettere. E per questo ha un grande valore la libertà di stampa, perché - anche leggendo cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate - consente e aiuta a riflettere".

Sull’argomento è sceso in campo anche il presidente della Camera Roberto Fico, che ha voluto commentare le gravi offese di Di Maio e Di Battista: "C'è la Costituzione: la libertà di stampa è tutelata e sarà tutelata fino alla fine, ma negli ultimi trenta anni è mancata una cultura generale dell'indipendenza ed è un tema che va affrontato perché la stampa influenza la politica e i politici influenzano i giornalisti".

Intanto ieri il presidente della Commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, tramite una nota ha attaccato duramente il M5S: ''Le accuse rivolte ai giornalisti da diversi esponenti del MoVimento sono indegne e non possono essere  accettate in una moderna democrazia. In qualità di Presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi – ha proseguito - mi riservo di verificare se le parole del vicepremier Di Maio possano configurarsi come una pressione indebita o, peggio, una censura preventiva, nei confronti delle migliaia di giornalisti che ogni giorno lavorano nel servizio pubblico radiotelevisivo, con la conseguenza di mettere a rischio l'indipendenza del servizio stesso. A questi colleghi posso garantire che la Commissione, che ho l'onore di presiedere, vigilerà in ogni sede sul rispetto delle libertà riconosciute dall'articolo 21 della Costituzione. A questo proposito e dopo le sue dichiarazioni pubbliche l'audizione davanti alla Commissione del Ministro della sviluppo economico Luigi Di Maio, più volte sollecitata, appare sempre più urgente'', ha concluso il presidente della Vigilanza.