"A fare la differenza nella prevenzione cardiovascolare è il numero delle saune settimanali: almeno 4, sensibilmente più efficaci rispetto a una o due - spiega Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC) -. Lo studio evidenzia che gli habitué della sauna in 15 anni hanno sviluppato solo 181 eventi cardiovascolari, risultati poi fatali, corrispondenti a circa 2,7 decessi per 1000 individui contro i 10,1 decessi tra coloro che non la facevano o la facevano in modo saltuario. Valori che attestano una diminuzione significativa del rischio di mortalità. Inoltre, incide anche la durata in cui si resta in cabina: almeno 30 minuti è l'ideale".
Gli effetti della sauna, precisa l'esperto, "hanno dunque un impatto positivo sulla funzione circolatoria: il calore può migliorarla agendo sulle cellule dell'endotelio che rivestono le arterie, riducendone la rigidità, stimolando nella fase acuta il sistema simpatico, infine abbassando la pressione arteriosa. Inoltre, la sauna determina un aumento della frequenza cardiaca fino a 120-150 battiti al minuto, paragonabile a quello ottenuto con un esercizio fisico di intensità bassa o moderata".
Attenzione però a non correre pericoli: "La sauna - conclude Indolfi - è sconsigliata nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare, come quelli con scompenso cardiaco, ipertensione, ipotensione, infezioni acute, epilessia, miocarditi, pericarditi. Perciò, per una sauna prolungata è necessario sempre un controllo medico preventivo".