MILANO – “Vietato l’ingresso agli ebrei e ai cani”: erano i vergognosi cartelli che campeggiavano in Italia all’indomani delle leggi razziali del 1938. E apparivano anche e soprattutto nelle vetrine dei negozi. Oggi, quasi un secolo dopo, nell’epoca del “dopo il 7 ottobre”, qualcosa di simile è tornato a riapparire. Esattamente a Milano, dove una merceria di via Statuto- pieno centro della città- ha esposto due cartelli. Uno ‘innocuo’ in cui la scritta “Stop the war” si accompagna alle immagini di due missili, uno in cui compare la bandiera israeliana, e l’altro con quella palestinese. Poi però, più in basso e meno evidente, affissa alla porta di ingresso, appare una scritta con i ben riconoscibili caratteri dell’alfabeto ebraico, che tradotti in italiano significano: “Gli israeliani sionisti non sono benvenuti qui”.
I DUE CARTELLI
A denunciare il cartello e pubblicare le sue foto è stato, dal suo profilo Fb, Roberto Della Rocca, membro della Camera di commercio israelo-italiana, a cui non è sfuggito il significato. “Finché c’è la scritta ‘Stop War’ con un razzo con la bandiera israeliana e un razzo in direzione opposta con la bandiera palestinese, ci sta, potrei metterlo anche io- scrive nel post che accompagna le immagini dei cartelli- anche se non si può fare un parallelismo perfetto in questo conflitto”. Poi prosegue: “Ma, e c’è il ma. Il padrone del negozio ha aggiunto un piccolo cartello stampato e, memore di quello che è successo a Napoli (NDR: in riferimento alla ristoratrice nel capoluogo campano che ha allontanato due clienti israeliani), ha voluto essere più scaltro e macchiavellico, per non dare nell’occhio. Il cartello è in ebraico: “ישראלים ציונים אינם רצויים כאן” ‘israeliani sionisti non sono benvoluti qua’”.
“SONO ISRAELIANO E SIONISTA, MA NON FACCIO PARTE DI QUESTO GOVERNO”
Della Rocca insiste e pone delle domande, all’indirizzo del negoziante: “Perché non posso entrare? Io sono israeliano, io sono sionista (movimento di autodeterminazione di un popolo oppresso, discriminato, odiato, deportato, sterminato, che si rifà, tra l’altro, a quello risorgimentale italiano), quindi non posso entrare? Perché? Cosa ho fatto? Faccio parte di questo governo? No. Ho ucciso bambini? No. Abito in una colonia? No. E allora?”, ha proseguito Della Rocca che non si ferma qui, puntando il dito contro gli stereotipi.
“ALLORA TUTTI GLI ITALIANI SONO MAFIOSI, FASCISTI E ‘VANNACCI’?”
E lancia la provocazione: “Domani metterò un cartello all’ingresso del mio palazzo, “gli Italiani non sono benvenuti qua” gli italiani sono criminali, mafia, camorra e ndrangheta, gli italiani sono razzisti e fascisti, Vannacci, gli italiani sono violentatori e assassini di donne, Angelo Izzo e sono pure degli enormi ladri, Leonardo Notarbartolo. No? Quelli sono italiani, no? Si, ma non sono tutto il paese”.