di FILIPPO LIMONCELLI

I conflitti internazionali in corso, come quello tra Russia e Ucraina o la guerra tra Israele e Palestina, hanno fatto crescere la preoccupazione per la stabilità globale. L’Europa non si sente più al sicuro, e anche l’Italia, come membro della Nato, è legata al cosiddetto “sistema di difesa collettiva”. In base all’articolo 5 del trattato, un attacco a uno Stato membro obbliga tutti gli altri a intervenire in sua difesa. Ma cosa accadrebbe se l’Italia fosse direttamente coinvolta in una guerra? Oltre alle forze armate già operative, ci sarebbe la possibilità di richiamare ex militari e, in casi estremi, anche i civili.

Cosa prevede la Costituzione e chi verrebbe chiamato

La Costituzione italiana, all’articolo 11, stabilisce che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa agli altri popoli”. Tuttavia, l’articolo 78 affida alle Camere la facoltà di deliberare lo stato di guerra e conferire al governo i poteri necessari. In caso di conflitto, i primi a rispondere alla chiamata sarebbero Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. Successivamente verrebbero coinvolti gli ex militari congedati da meno di cinque anni. Solo se queste risorse risultassero insufficienti, si procederebbe con il coinvolgimento dei civili.

In quel caso, sarebbero chiamati alle armi i cittadini tra i 18 e i 45 anni, previa visita medica. Le possibili valutazioni sono tre: idonei e quindi arruolabili, rivedibili in attesa di ulteriori accertamenti o riformati, cioè non idonei in modo permanente. Le donne in gravidanza sarebbero escluse automaticamente dalla leva.

Obblighi, rifiuti e sospensione della leva

Secondo l’articolo 52 della Costituzione, “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Per questo la chiamata alle armi non può essere rifiutata. Il servizio militare, obbligatorio nei limiti stabiliti dalla legge, non compromette né i diritti politici né la posizione lavorativa del cittadino.

Va ricordato che la leva obbligatoria in Italia è stata sospesa nel 2004, ma mai abolita del tutto. In caso di emergenza nazionale, un decreto del Presidente della Repubblica potrebbe reintrodurla immediatamente. Resterebbero esentati soltanto alcuni corpi civili essenziali, come Vigili del Fuoco, Polizia penitenziaria e Polizia locale. L’eventualità di un ritorno della leva, seppur remota, resta dunque contemplata dal nostro ordinamento, a testimonianza della centralità del principio di difesa collettiva.

In Grecia ti arriva una email

In alcune parti d’Europa, non vi è solo la coscrizione obbligatoria, ma questa avviene con un sistema alquanto unico e al passo coi tempi. L’esempio più lampante è rappresentato dalla Grecia, dove è presente la leva militare per tutti i maschi di età compresa tra i 19 e i 45 anni.

La durata del servizio varia solitamente tra i 9 e i 12 mesi, in base a diversi fattori. Ciò che rende particolare il sistema greco è la modalità di convocazione: i giovani idonei non ricevono più notifiche cartacee, ma un’email ufficiale. Un metodo moderno che a prima vista può sembrare una truffa, ma che contiene tutte le informazioni per iniziare la leva.