Il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, rilancia la proposta di Metropolis: il volto del simbolo di Oplonti dipinto sui silos, la porta di accesso all'area archeologica. E rilancia il ruolo di Pompei come locomotiva per lo sviluppo del territorio.
Carmine Lo Sapio*

Dipingere il volto di Poppea sui Silos che dominano il porto di Torre Annunziata è un’idea straordinaria. Soprattutto, come ha scritto il direttore Raffaele Schettino, è l’icona più naturale per l’accesso, via mare, ai tesori dell’area archeologica della Grande Pompei. Chi mi conosce sa che il mio motto è “demolire le barriere” e anche in questo concordo con il direttore di Metropolis che nel giorno in cui lanciò il progetto «MyPolis» esortò noi sindaci ad avere una visione comune e grandiosa per uno sviluppo simmetrico del territorio. L’immagine potente di Poppea, che richiama l’antica storia dei nostri territori, evocata dal quotidiano, ci ricorda quanto connesse siano le nostre realtà, quanto intrecciate siano le nostre storie. Del resto, la stessa Pompei, intesa come nuova città pensata e fondata da San Bartolo Longo e dalla contessa Marianna De Fusco, nasce su un territorio che era diviso tra i Comuni di Torre Annunziata, Scafati, Boscoreale e Gragnano. Una consapevolezza che ha preso finalmente piede, dimostrata anche dal fatto che oltre cento Comuni sentirono il bisogno di sostenere la candidatura di Pompei a Capitale della Cultura.

Tutto questo, mi dà l’occasione per fare un bilancio sull’ultima Borsa del turismo (Ttg) tenutasi a Rimini, nella quale Pompei ha messo in vetrina tutte le sue potenzialità e quelle di questo pezzo di provincia che vive un nuovo rinascimento. A Rimini, Pompei ha mostrato l’immagine di se stessa e le meraviglie delle terre che la circondano, e ha proposto un unico universo da vivere ed esplorare. Dai grandi operatori del turismo internazionale abbiamo avuto la certezza che Pompei, ancora per molti anni, può essere il principale motore del turismo in Campania.

Offre un affascinante viaggio nel passato, con i suoi edifici, le sue strade e gli artefatti perfettamente conservati. La città antica, sebbene sepolta sotto una coltre di cenere per secoli, è stata scavata e restaurata in modo che i visitatori possano camminare letteralmente tra le rovine di una civiltà che viveva nel cuore dell’Impero Romano. Offre anche i più alti valori religiosi e della Cristianità, che si aggiungono al suo significato storico e culturale. Una meta di pellegrinaggio e di spiritualità. Ma Pompei, aggiungo, è anche altro. è ancora quel miracolo immaginato da San Bartolo Longo, che tra qualche giorno sarà canonizzato da Papa Leone XIV: simbolo di innovazione, di valori e di inclusione. 

E questo è un aspetto fondamentale messo in risalto anche dalle ultime pubblicazioni editoriali che hanno ripercorso i momenti topici della nascita della nuova Pompei. L’avvocato di Latiano pensò alla nuova città non solo come centro di carità cristiana e di devozione, ma ne fece un centro all’avanguardia sotto il profilo sociale, economico e innovativo, che ospitò centinaia di scienziati interessati a studiarne il fenomeno. Ci riuscì proprio grazie alle sue abilità diplomatiche e manageriali, e fu esempio di sinergie votate alla crescita del territorio. Anche per questo la sua canonizzazione è una svolta radicale non solo dal punto di vista religioso, e non solo per la città di Pompei. 

Pompei, dunque, può ancora essere un’opportunità per l’intera Città Metropolitana. Con la sua storia, con le sue strategie per un turismo sostenibile, grazie alla preziosa collaborazione con il Parco Archeologico, l’Unità Grande Pompei e il Santuario, con i suoi eventi di caratura internazionale e gli ospiti di caratura planetaria che scelgono la nostra città come palcoscenico di eventi pubblici e privati. E a proposito: oggi Pompei è anche meta del «wedding tourism», settore che genera un notevole fatturato e contribuisce a creare occupazione. Alla Borsa di Rimini, Pompei e le sue città sorelle, sono state le regine nel panorama mondiale. E azzardo una previsione: il 2026 registrerà un incremento di visitatori del 70%. Numeri che non devono trovarci impreparati. Numeri che significano ricchezza. 

Numeri che possono cambiare il corso della storia non solo di Pompei ma anche dei Comuni vicini: della Penisola Sorrentina, dell’area vesuviana, di quella dei Monti Lattari, di Castellammare di Stabia e dell’area costiera che si sviluppa verso Ercolano e Napoli lungo le due Torri. Molti visitatori arriveranno dal mare. E, per tornare all’idea lanciata da Metropolis, sarebbe straordinario se ad accoglierli ci fosse davvero Poppea.

*Sindaco di Pompei