C'è il rischio che per diverso tempo la grande sala banchetti de 'Il Centro', l'associazione culturale italiana di Vancouver, rimanga vuota. Ma c'era anche il rischio che l'attività della enorme cucina dovesse fermarsi per il Coronavirus. Invece non è stato così. Nel giro di pochi giorni anche 'Il Centro, guidato dal suo direttore esecutivo Mario Miceli, si è riconvertito in una associazione capace di dare da mangiare a chi in questo momento ne ha maggiormente bisogno: anziani, bambini, famiglie vulnerabili. C'è voluto davvero poco affinchè un gruppo di volontari, guidati dallo chef de 'Il Centro' prendesse possesso della cucina per preparare pasti che, in tempi normali, sarebbero stati distribuiti attraverso il Vancouver School District's Lunch Lab Program. "Abbiamo anche chef che arrivano da altri ristoranti - ha raccontato spiegando l'iniziativa Mario Miceli, direttore esecutivo de 'Il Centro' - qui prepariamo il cibo, lo confezioniamo e ci occupiamo anche della distribuzione che avviene nel nostro grande parcheggio. Abbiamo così trasferito l'ambiente che sarebbe stato nelle scuole nella nostra cucina, per dare da mangiare a quelle famiglie che altrimenti sarebbero state alimentate attraverso il programma scolastico". Il Coronavirus è arrivato anche a Vancouver e Miceli è conscio che i banchetti, l'attività che rappresenta anche uno dei primi sostegni economici della associazione culturale italiana, potrebbe fermarsi a lungo, ma non la cucina che invece è aperta tutti i giorni. Con il supporto anche di altre imprese e associazioni, è stato creato così un nuovo programma 'Meals with Dignity' che poi potrebbe continuare anche una volta che la pandemia sarà sconfitta. "I pasti che escono da 'Il Centro - continua Miceli - non sono per così dire casuali, ma adeguatamente preparati con quattro-cinque portate. Si tratta di cibo che serve a garantire l'alimentazione di quelle persone che non ne hanno la certezza. E quando torneremo alla normalità state sicuri che il mondo non torna normale quando si tratta di cibo, ecco perchè vogliamo che questa iniziativa vada avanti". Per fare tutto ciò 'Il Centro' dipende da finanziamenti e donazioni tra i quali vanno segnalati Yen Brothers e Gordon Food Services. "Ci forniscono alimenti nutrienti, che sono i più importanti, adatti in particolare ai bambini, ma la nostra associazione si è unita anche a Grandview Woodland attraverso il Britannia Community Centre, per fornire dei pasti alle persone anziane e più vulnerabili". Almeno 200 i pasti alla settimana cucinati nella cucina de 'Il Centro' e si tratta di un lavoro differenziato, i bambini mangiano una cosa, gli adulti, gli anziani un'altra. "C'è grande varietà di cibo - spiega ancora il direttore esecutivo - e non è necessariamente italiano, anche se i più anziani prediligono la pasta, ma ci sono pure zuppe, insalate, davvero una enorme varietà. E quando riceviamo dei contribuiti, cerchiamo sempre di ottenere il meglio da ogni alimento che ci viene portato". E per provare a limitare le grandi perdite dovute alla mancanza di avvenimenti, 'Il Centro', accanto alla cucina per beneficenza, ne ha una anche per mantenere in attività il proprio servizio di catering, ma ovviamente soltanto per cibo da asporto. Se Toronto e Montreal, per storia e numeri, sono le prime due città italiane del Canada, Vancouver non c'è dubbio che rappresenti il terzo polo, con una Little Italy che, dagli anni Quaranta-Cinquanta, si è creata lungo Commercial Drive per poi crescere. Ormai è quasi cinquantennale l'attività dell'Italian Cultural Centre, 'Il Centro' la cui fondazione risale al 1974, quando sotto gli auspici dell'allora Console Generale Giovanni Germano, le autorità della British Columbia e il sindaco della città di Vancouver, attraverso una sovvenzione, garantirono un prezzo speciale per un appezzamento di terreno dove sarebbe sorta la sede della neonata associazione frutto della unione di diverse organizzazioni italo-canadesi. Così il 25 settembre 1977 furono aperte le porte della sede dove la comunità italiana di Vancouver iniziò a trovarsi con il fine di mantenere, preservare, sviluppare ed esprimere i valori della propria cultura di origine. Una attività che nell'arco dei decenni si è allargata attraverso un lungo elenco di manifestazioni e iniziative di successo, divenendo punto focale della italianità di tutto il British Columbia. E la beneficenza, come in questo caso, ha avuto sempre un posto di grande rilievo.

di ROBERTO ZANNI