La notizia aveva fatto il giro del mondo e attirato l’attenzione di diversi Paesi. A un anno dall’inizio, (e a un anno dalla sua fine), però, sembra che l’esperimento sia destinato a rimanere, appunto, un esperimento. Parliamo del reddito di cittadinanza lanciato dalla Finlandia l’anno scorso: un progetto di due anni che coinvolge 2 mila cittadini disoccupati, che ricevono 560 euro al mese esentasse invece dei normali sussidi contro la disoccupazione.

Il piano era stato elogiato a livello internazionale e desta ancora interesse, ma il governo finlandese sembra voler prendere altre strade. Inizialmente si prevedeva invece che dovesse essere ampliato per coinvolgere anche altre figure di lavoratori, ma l’esecutivo ha
appena varato un provvedimento che richiede ai disoccupati di trovare almeno 18 ore di lavoro in 3 mesi per non perdere i sussidi statali.

Secondo il ministro delle Finanze Petteri Orpo, inoltre, il Paese andrà verso un percorso più simile al modello inglese, che combina vari benefici e crediti d’imposta in un unico sistema. L’idea del reddito di cittadinanza era stata portata avanti dopo che gli studiosi avevano rilevato che le indennità di disoccupazione erano così alte e il sistema così rigido, che a un cittadino disoccupato poteva scegliere di non lavorare perché rischiava di rimetterci: più alti erano i suoi guadagni, infatti, e minori erano i benefici sociali. Cosa succederà ora in Italia????