Un milione di euro per sostenere le attività di assistenza umanitaria prestate dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni nelle province afghane di Herat e Nimroz, al confine con l’Iran: è questo il contributo deciso dalla Farnesina per far fronte all’afflusso di oltre 285mila profughi senza documenti rientrati negli ultimi cinque mesi  dall’Iran, circa 150mila in più rispetto allo stesso periodo del 2017.

“Molti – riferisce l’ambasciatore italiano a Kabul Roberto Cantone - versano in condizioni di estrema povertà e necessitano di assistenza, protezione e sostegno per la loro reintegrazione. Tra di loro vi sono persone che hanno subito abusi e i cui diritti non sono stati rispettati”.

Il contributo italiano servirà all’Oim per realizzare un nuovo centro di transito nella provincia di Nimroz che migliori lo screening e le procedure di registrazione al confine, dove opera con il dipartimento locale per i rifugiati e con UNHCR, WFP, WHO, UNICEF, UNFPA, Relief international e il Norwegian Refugee Council. Grazie a questo aiuto sarà inoltre possibile formare personale sanitario per fornire supporto psicosociale, oltre che servizi specialistici, per 200 rimpatriati particolarmente vulnerabili.

Saranno poi realizzati studi di monitoraggio nei centri di frontiera più importanti per la tracciabilità degli sfollati. I dati raccolti saranno condivisi con i partner internazionali per fornire dati sempre più accurati per migliorare la risposta umanitaria. Secondo l’OIM, circa il 30 % dei rimpatriati richiede interventi umanitari salva-vita, ma per mancanza di fondi quest’assistenza può essere offerta solamente al 7%.

Il forte afflusso di rifugiati è in parte dovuto alla crisi economica in Iran ed in parte all’aggravarsi delle condizioni di sicurezza nel paese che ha provocato un forte aumento degli sfollati che lasciano le zone più pericolose.