Un ritratto speciale di Pier Paolo Pasolini e il suo rapporto con il Friuli. Sono state queste le tematiche principali al centro della conferenza organizzata dall’Ente Friulano Efasce all’Istituto Italiano di Cultura di Montevideo.

Il dirigente scolastico dell’Ambasciata Antonella Agostinis insieme al professor Claudio Del Pup hanno illustrato ai presenti le tappe principali della vita e delle opere del grande intellettuale italiano scomparso misteriosamente nel 1975. Durante l’evento sono state esposte all’interno dell’Istituto anche le opere realizzate dall’artista grafico Del Pup che sono state ispirate dal film Medea diretto da Pasolini nel 1969.

Dopo il saluto del direttore dell’Istituto Renato Poma, il presidente di Efasce Mario Mattiussi ha raccontato un aneddoto molto particolare che potrebbe legare l’Uruguay a un episodio della vita dello scrittore: “Ci sono due famiglie che attualmente vivono qui - Girardo e Tramontini - che potrebbero essere i discendenti dei compagni di Pasolini che fondarono insieme a lui l’Academiuta, un istituto creato per la promozione della cultura friulana. Spero che questi discendenti possano trovare ulteriori informazioni al riguardo”.

Entrando nello specifico dell’iniziativa, Mattiussi ha spiegato che “Pasolini è stato un propulsore della letteratura friulana” e per questo “era importante dedicargli un omaggio del genere”. “Il suo rapporto con il Friuli” - ha proseguito - “è sempre stato molto forte. Nel suo soggiorno a Casarsa dopo la guerra, lui spesso passeggiava per le campagne e in quei luoghi aveva trovato una lingua solo orale che trasmetteva sentimenti, inquietudini e tradizioni. Proprio per questi motivi ne fu estremamente colpito e decise di diffondere questa lingua in un libro di poesie”.

Intervistata da Gente d’Italia al termine dell’evento, Antonella Agostinis ha parlato di Pasolini come “un intellettuale forse poco conosciuto in alcuni aspetti” viste le sue innumerevoli attività: scrittore, poeta, novellista, saggista, regista ma anche pittore. In definitiva, “una figura molto complessa”.

“Grazie a questa bellissima idea dell’associazione Efasce” - ha spiegato - “abbiamo cercato di presentare un ritratto completo per dare un’idea di questo grande personaggio profetico. Inoltre abbiamo voluto far riscoprire un figlio della terra del Friuli, un modo per andare alla ricerca di queste radici che sono sempre così importanti soprattutto all’estero”.  Quello tra Pasolini e il Friuli - ha sottolineato - è stato un “rapporto molto stretto e di grande amore”. Un rapporto testimoniato proprio dalla scoperta della lingua: “Ha senz’altro dato prova di essere un grandissimo poeta scrivendo in friulano. Bellissima è stata anche l’opera teatrale poco conosciuta, “I Turchi in Friuli”, dove ci sono delle splendide riflessioni sulla guerra e sulla vita. Queste sono delle opere molto interessanti che andrebbero approfondite”.

Per Claudio Del Pup Pasolini è stato “molto di più di un intellettuale”. “Una figura emblematica di questo periodo storico italiano, rispettato anche per la sua capacità di scuotere l’opinione pubblica con le sue denunce”.  Tra i riferimenti citati il professore ha ricordato “Scritti corsari”, una raccolta di articoli pubblicati su Il Corriere della Sera e altri giornali tra il 1973 e il ‘75. Tra le varie tematiche analizzate durante la conferenza, Del Pup si è soffermato in particolare sulla denuncia fatta nei confronti della televisione, accusata di essere uno “strumento autoritario” in grado di “diffondere la cultura consumista” e indebolire altri valori. In chiusura dell’evento sono state anche conferite onorificenze a due soci di Efasce: Dany Rovaglio con l’ordine della Stella d’Italia, e Leonel Mancini con la Stella al merito del lavoro.

Dany Rovaglio con l’ordine della Stella d’Italia, e Leonel Mancini con
la Stella al merito del lavoro

(di Matteo Forciniti)