Non è Volare e neanche ’O sole mio.  Forse qualcuno resterà sorpreso ma la canzone italiana più famosa in Uruguay è Un’estate italiana, popolarmente conosciuta come Notti Magiche.

Un successo clamoroso, intergenerazionale, che riguarda tutti.  Ogni quattro anni da queste parti ritorna l’eterno dibattito su quale sia stata la miglior canzone nella storia dell’evento sportivo più importante del mondo.  E ogni volta a stravincere è il brano di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato che accompagnò i Mondiali di quella calda estate italiana del 1990. “Un’estate italiana continua ad essere scelta come la miglior canzone dei Mondiali, che cos’ha di così speciale?” si chiedeva nei giorni scorsi il quotidiano  El Observador in un articolo che cercava di capire le ragioni di questo trionfo inaspettato.  Incredibilmente, oggi la canzone dei Mondiali del ‘90 è molto più ascoltata in Uruguay che non Italia.

Le radio locali la trasmettono spessissimo, ma in questo periodo è quasi un’apoteosi. Come spiegare tutto ciò? I fattori possono essere molteplici e vanno dall’amore smisurato di questa popolazione per il fútbol al sentimento nostalgico onnipresente quasi su tutto.  Per la Celeste, a dire il vero, quello vinto dai tedeschi non fu un torneo memorabile: venne eliminata agli ottavi proprio dall’Italia che concluse poi al terzo posto con la medaglia di bronzo eliminata ai rigori dall’Argentina di Maradona.

In queste ultime settimane Un’estate italiana ha avuto tantissime condivisioni sui social network.  Un sondaggio realizzato su Twitter da MomoUruguay dove hanno partecipato oltre 2500 votanti la colloca al primo posto tra le canzoni dei Mondiali con il 53% dei consensi. Una vittoria schiacciante rispetto a Waka Waka di Shakira (32%) che fu la colonna sonora in Sud Africa nel 2010.

“È un miracolo” ripete Gianfranco Adamo, giornalista sportivo e conduttore del programma “La voce dei calabresi” in onda su CX 36 Radio Centenario, riferendosi alla popolarità di questa canzone in Uruguay.  “È un miracolo perché la maggior parte delle persone non capisce il testo eppure la adora. Spesso mi chiedono di tradurla, e una volta capite le parole, sembra che ci sia un apprezzamento ancora più forte. Una conferma di quanto era stato già intuito. È incredibile. Probabilmente negli ultimi tempi è diventata la canzone italiana più famosa in Uruguay”.

Membro dell’Associazione Calabrese di Montevideo e profondo conoscitore del calcio italiano, Adamo sottolinea tre punti chiavi che potrebbero spiegare questo smisurato successo: “Innanzitutto la forza, poi il ritmo e il modo magistrale in cui viene interpretata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato. Con la loro voce riescono ad emozionare”.

Soffermandosi in particolare sul ritornello, ne elogia “lo spirito di grinta e di ottimismo” che trasmette.  “Oltre al sentimento di nostalgia e al ricordo di quel torneo” - aggiunge - “il gran merito di Un’estate italiana è stato quello di trasformarsi in un vero e proprio inno dei Mondiali e non solo per quelli del 1990. Gli altri brani vengono subito identificati con la loro edizione e nient’altro. Questo no perché è riuscito a superare le barriere del tempo”.

Usa parole molto simili Gonzalo Moreira, della casa di produzione musicale La Mayor. Anche secondo lui la canzone del ‘90 è l’inno dei Mondiali: “Non è la migliore in assoluto però si la più memorabile, epica. La chiave di questo successo sta nella sua melodia che non può essere classificata in uno stile unico. È un qualcosa di tipicamente italiano, una melodia semplice ed amorosa, una canzone di amore al calcio”.

Per Diego Zas, conduttore della trasmissione radiofonica “Fácil desviarse” in onda su Del Sol FM, un elemento cruciale è il carattere di autenticità: “Quella di Messico ‘86 è quasi un jingle pubblicitario, mentre quelle successive sono delle specie di pop consumati senza alcun riferimento locale. Tutte queste canzoni sono solo un misto di culture che giocano al mondiale e seguono la moda”.  Un esempio molto chiaro di questa interpretazione è la canzone di Ricky Martin scritta per Francia ‘98 “durante il periodo del boom del pop latino” e che “aveva solo un paio di parole in francese”.

A partire dai Mondiali di Francia la tendenza è stata quella di “seguire melodie internazionali e pop di moda”. Notti magiche è invece una canzone che “risalta lo spirito di un rock mid-tempo tipico italiano. È una canzone locale al 100% e in questo senso è eccellente. Nonostante il risultato finale dell’Uruguay, quel mondiale segnò un’intera generazione”.

(di Matteo Forciniti)