Si è svolto a Los Angeles 'The Future of Fashion Conference', un appuntamento su quello che saranno i tessuti che vedremo, ma anche quelli che abbiamo cominciato ad ammirare recentemente.

Nuovi, sostenibili, etici, senza la necessità di ricorrere agli animali e che potrebbero rappresentare e plasmare il futuro della moda da oggi e negli anni che arriveranno. La conferenza ha fatto parte di una nuova iniziativa lanciata da LA Textile, una fiera commerciale, di grande importanza, che ogni anno si svolge sulla West Coast degli Stati Uniti. L'evento ha voluto mettere in evidenza una vasta serie di marchi che creano il tessuto alternativo e all'avanguardia. Non c'è più la pelle e nemmeno altri tessuti che sono di origine animale.

Si possono chiamare gli 'alternativi' e ce n'è stato uno che ha attirato in modo particolare l'attenzione di esperti presenti all'evento. Si tratta di Orange Fiber, un marchio italiano che produce la seta, ricavandola dagli agrumi. La nuova società è il frutto, già si può dire proprio così, della collaborazione tra Adriana Santanicito, che ha la funzione di CEO e guida lo sviluppo del design e dei prodotti e Enrica Avena che invece si occupa della comunicazione, raccolta fondi e marketing.

Come funziona? Secondo quanto rivelato dalla azienda italiana, Orange Fiber produce seta sostenibile utilizzando agrumi dai sottoprodotti della industria dei succhi, in questo modo risparmiando 'centinaia di migliaia di tonnellate' di scarti che di solito finiscono in una discarica. Orange Fiber afferma di realizzare "il primo tessuto di agrumi sostenibile al mondo" e prevede anche di indirizzare i propri prodotti verso la moda di lusso. Come i tessuti autentici, la seta vegana di Orange Fiber può essere tinta o stampata, lucida oppure opaca e può essere usata anche con altri materiali, ad esempio il cotone. "Siamo orgogliosi - dicono alla Orange Fiber - di aver identificato e sviluppato una straordinaria opportunità per l'applicazione della ecologia industriale, consentendo di ridurre sprechi e inquinamento".