Voleva fare il simpatico. Della semplice "ironia", dirà. Peccato che non l'abbia capita, e soprattutto apprezzata, nessuno. Anzi, quella foto di tre bambini affetti da sindrome di Down corredata da una didascalia imbarazzante - "#Facebook, #Instagram e #Whatsapp in questo momento" - potrebbe aver segnato la fine dell'esperienza politica di Augusto Casali. 

Un'esperienza breve ma intensa, quella del giovane social media manager della Lega Toscana, che nel presentarsi sui profili social scriveva: "Fondatore e capo admin di 'dioimperatoresalvini'". Scriveva, perché il profilo Twitter l'ha dovuto chiudere dopo le centinaia, anzi migliaia di ingiurie e minacce ricevute.

Voleva fare il simpatico sulla questione "Instagram down", il blocco che ha coinvolto anche Facebook e Whatsapp paralizzandoli per buona parte della giornata di ieri. E probabilmente non ha ancora capito di aver sbagliato, almeno a leggere le sue "scuse" pubblicate su Facebook: "In queste ore sta avvenendo su Twitter un polemica su di un mio presunto post contro persone affette da sindrome di Down. Twitter è un social che neanche utilizzo dove a malapena si può riscontrare la presenza di un mio account; post ironici sono solito farli, gestendo una comunità di oltre 30.000 persone basata proprio sull'ironia politica, che già ha suscitato polemiche simili. È ovvio che non ho assolutamente niente contro le persone affette da sindrome di Down, alle quali comunque chiedo scusa per l'incomprensione".

"Ignoro le decine di ingiurie subite dopo un'ironia incompresa - prosegue l'amico e ammiratore di Salvini - Voglio solo testimoniare come la cosiddetta 'gogna mediatica' sia fatta da tutte le parti politiche, non solo da 'noi': è normale nei social, già l'ho vissuta e l'affronto anch'essa con ironia, coerentemente con cosa faccio. Ci tengo però infine a notare con altrettanta ilarità come suddette ingiurie provengano unicamente da una parte politica la quale si fa da decenni avvocato per potere abortire individui affetti da tale sindrome".

Rino Dazzo