"La priorità assoluta è quella di trovare subito una sede da affittare per alleggerire il carico di lavoro in attesa della costruzione del nuovo immobile. Abbiamo già visto 6 posti vicino l’Ambasciata". Così si esprimeva 3 settimane fa il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo nel suo incontro alla Casa degli Italiani di Montevideo insieme al direttore del Dipartimento italiani nel mondo della Farnesina, Luigi Maria Vignali. Poco tempo dopo qualcosa sembra che si cominci a muovere. Notizie ufficiose parlano di una sede già individuata dall’Ambasciata nei pressi di avenida Brasil. Secondo i calcoli previsti circa il 40% degli utenti verranno indirizzati in questo nuovo locale che servirà peró soltanto a dare informazioni al pubblico e ricevere documenti. I servizi più importanti, ossia i passaporti e la cittadinanza, rimarranno dove sono.

Questa soluzione precaria servirà realmente a migliorare i servizi consolari oppure è solo uno spreco di soldi?

Sono in tanti a chiederselo e non solo in Uruguay vista la carenza di informazioni precise al riguardo. Vale veramente la pena affittare una sede se -come hanno promesso- verrà costruita a breve una nuova palazzina all’interno del giardino dove sorge la bellissima residenza dell’ambasciatore? Perché non aspettare e concentrarsi su quella che dovrebbe essere la soluzione definitiva al problema come si chiede da tempo? Di sicuro la scelta dell’affitto temporaneo è quella che implica il maggior costo economico: ma come, dopo anni di tagli pesantissimi e indiscriminati improvvisamente c’è stato un cambio di rotta alla Farnesina? Forte è il sospetto che le incertezze sul futuro del governo giallo-verde possano in qualche modo inquinare anche questo aspetto.

Che succederà in caso di caduta del governo Conte? "Sono allibita. Più ci penso e più non riesco a spiegarmelo. È una pazzia" tuona Filomena Narducci, membro dell’esecutivo del Comites di Montevideo, che conferma pienamente quanto già detto nell’incontro con Merlo e Vignali. "Devono chiarire a cosa serve una sede provvisoria dato che i servizi più importanti come la cittadinanza e il passaporto ne restano esclusi quindi non si capisce l’utilità. Piuttosto si potrebbe tentare di accelerare la costruzione della palazzina se questa è stata la decisione già presa. Dietro tutto questo c’è una questione politica" dice chiaramente riferendosi all’impegno acceso di Merlo che promette da mesi la riapertura di un consolato che qui ancora non si è visto.

Sono diverse le domande sul locale affittato che pone la Narducci e che condividono in molti: "Perché è stata presa una decisione così in fretta? Quanti soldi sono stati stanziati? Quali saranno le funzioni che coprirà? Verranno assunti nuovi impiegati per questo anziché destinarli alle aree più problematiche?". Solleva poi un altro aspetto critico relativo ai "protocolli di sicurezza" che hanno bisogno di rispettare le cancellerie consolari che "in genere si trovano dentro le sedi delle ambasciate e non vengono trasformati in
piccoli uffici sparsi per la città". Infine, la rappresentante riserva dure parole all’Ambasciata accusata di "aver escluso il Comites in un tema cruciale per i cittadini italiani". "Non siamo stati mai considerati e le uniche informazioni che sappiamo le abbiamo apprese sulla stampa. Questo è un grave errore. Mi auguro che il Comites possa riunirsi al più presto per affrontare la questione". Di tutt’altra idea è invece Renato Palermo, rappresentante uruguaiano del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) e membro del Comites che afferma: "Può essere una scelta con conseguenze positive per gli utenti che consentirebbe di smaltire un po’ il carico di lavoro. Credo che ci vorranno uno o due anni per completare la costruzione della nuova sede quindi ben venga l’affitto che io, tra l’altro, avevo anche proposto alle autorità in passato". Il suo messaggio peró è chiaro: "Non voglio alimentare polemiche". Palermo crede che questa sia la decisione migliore perché interviene sul problema "subito" senza aspettare "i tempi che possono diventare un po’ più lunghi. Non sappiamo poi questo governo quanto durerà". Rivendicando il lavoro fatto dal Cgie nei mesi scorsi, il consigliere calabrese ricorda che "si è riusciti a far
considerare Montevideo come una sede disagiata".

Grazie a questo riconoscimento "prossimamente ci dovrebbero essere nuove assunzioni come aveva stabilito il programma del precedente governo Gentiloni. C’è un fatto concreto che dobbiamo tenere presente" prosegue nel suo ragionamento. "Oggi manca lo spazio per poter assumere nuovi impiegati all’interno della cancelleria consolare. Questo è l’aspetto più grave su cui bisogna intervenire al più presto e nel caso in cui venga affittata una nuova sede ci potrebbe essere aumento del personale". Poche parole sul Comites, profondamente diviso al suo interno e con scarsa speranza di sopravvivere: "Se l’esecutivo non è stato informato, noi membri ne sappiamo ancora meno. Se le cose funzionassero bene, logicamente il Comites deve essere coinvolto in temi così importanti: non solo deve essere informato ma deve anche esprimere opinioni al riguardo".