A 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, la sua immagine di uomo geniale sta cambiando ancora: se all'inizio del Novecento era visto come il genio isolato capace di anticipare invenzioni diventate attuali solo a distanza di molto tempo, come l'automobile, le analisi storiche più recenti hanno chiarito che le cose non stavano così e che non per questo, però, Leonardo è meno importante. Anzi.

La sua grande curiosità che lo portava a interessarsi a 360 gradi di qualsiasi aspetto della conoscenza sta diventando un modello per la scienza contemporanea, nella quale discipline anche molto diverse stanno imparando a dialogare. L'elicottero, il paracadute, la tuta da palombaro fino al frullatore, i robot umanoidi e addirittura le auto autonome sono solo alcune delle invenzioni di Leonardo rese celebri dal mito. Descritte nelle migliaia di fogli di appunti raccolti nei Codici, le invenzioni di Leonardo non erano lontane da quelle degli altri ingegneri del Rinascimento. I disegni di Leonardo erano gli unici a disegnare le macchine in prospettiva, ma si ispiravano a quelli che circolavano nel suo tempo, in una fitta rete di relazioni portata alla luce da tanti storici negli ultimi decenni.

È anche emerso che molte delle macchine progettate da Leonardo non avrebbero mai potuto funzionare sia per le dimensioni, per esempio nel caso della balestra gigante descritta nel Codice Atlantico, sia per i materiali che all'epoca avrebbero permesso di costruirle, come legno, ferro e corda. La vite senza fine descritta nel Codice di Madrid e considerata un precursore dell'elicottero non aveva nulla a che vedere, nelle intenzioni di Leonardo, con il volo. A quest'ultimo è dedicato il Codice sul volo degli uccelli, nel quale l'osservazione del volo del nibbio diventa, per analogia, la chiave per progettare una macchina volante. L'analogia è oggi considerata la chiave per capire la conoscenza di Leonardo.

In un'epoca in cui la scienza non esisteva ancora, l'osservazione e la curiosità erano gli unici strumenti per cogliere somiglianze tra fenomeni apparentemente lontani, come i vortici dell'acqua e i capelli arricciati dal vento, le radici delle piante e i vasi sanguigni. Il risultato era una visione globale della conoscenza nella quale oggi cominciano a riconoscersi alcuni ricercatori impegnati in campi di frontiera, come la robotica che si ispira alla biologia, la fisica delle particelle e l'astrofisica, la genetica e l'informatica.