Eventuali giri di parole avrebbero la stessa funzione di una melina del calcio. Il Comitato Internazionale Olimpico, il Cio, intende invece verticalizzare il gioco. Privilegia la ricerca della profondità. Il risultato finale è soltanto uno: bocciata la legge di riforma dello sport italiana.

A corredo, una considerazione: la legge non è gradita al Cio, che esprime chiaro ufficiale dissenso nella lettera inviata (e ricevuta ieri mattina) al presidente del Coni, Giovanni Malagò. Il Governo cambi registro, corregga, cancelli, altrimenti le conseguenze saranno pesantissime. Nel peggiore dei casi il provvedimento estremo: la sospensione dell’Italia all’interno del Comitato Internazionale Olimpico, con la partecipazione alla prossima edizione dei Giochi, il prossimo anno a Tokyo, degli atleti dell’Italia solo come "competitori indipendenti sotto la bandiera del Cio", come avvenuto al Kuwait alle olimpiadi di Rio 2016.

Lettera e contenuto erano stati annunciati in arrivo da Giovanni Malagò in occasione di una recente audizione al Senato. "Il presidente internazionale Bach mi ha esposto il problema al telefono". Il leghista Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha tentato a sua volta di contattare Bach, che non gli ha concesso udienza. Giorgetti è il padre della legge che intende riformare lo sport in Italia. In particolare attraverso la creazione di "Sport e Salute" e il ridimensionamento (e molto di più) del potere e dell’attività del Coni. Approvata dalla Camera, le legge è in discussione al Senato.

La lettera, adesso. In cui vengono elencati dal Cio i punti della legge contestati e l’invito a Malagò a "portare queste serie preoccupazioni all’attenzione urgente delle più alte autorità del governo italiano". Richiesta ineccepibile, il mancato rispetto delle condizioni contenute nella Carta Olimpica potrebbe addirittura portare alla perdita, da parte dell’Italia, dell’organizzazione dell’edizione dei Giochi Olimpici Invernali, già assegnati a Milano-Cortina, in virtù di un esemplare gioco di squadra Coni-Governo in occasione dell’attribuzione. Sconfitta Stoccolma.

Presieduto dall’ex schermidore tedesco Bach, apprezzato dentista nella vita di tutti i giorni, il Cio auspica "la comprensione e la positiva collaborazione delle parti interessate per risolvere amichevolmente questi temi e evitare eventuali complicazioni inutili e/o ulteriori azioni da parte del Cio". Quindi, tutto chiaro. Il Comitato Internazionale Olimpico si dice inoltre disposto ad organizzare "un incontro urgente questa settimana presso la sede centrale del Cio a Losanna".

Una mano tesa, peraltro prevedibile e doverosa, forte è l’intenzione di ricomporre, non di rompere in maniera fragorosa. Ma ad una sola condizione: il governo italiano si adegui, corregga la legge in modo da combaciare col criterio che "tutto deve rispondere all’ottemperanza della Carta Olimpica: il ruolo del Coni non può essere strettamente limitato alle attività olimpiche".

Il Cio chiede il ribaltamento della legge, altrimenti sarebbero guai seri per l’Italia in ottica Giochi Olimpici. "Il governo non può avere un controllo specifico sugli enti che compongono il Coni". Chiaro, chiarissimo, esplicito, in palese contrapposizione con gli obiettivi della politica rappresentata dal governo pentastellato. "Gli enti dovrebbero rendere completamente conto al Coni per ogni specifica assistenza finanziaria e tecnica che possono ricevere". Una botta in testa, un pugno al centro dello stomaco, un manrovescio in pieno viso al Governo. Si dia da fare, torni sui propri passi, si adegui alla Carta Olimpica.

Quale la reazione governativa alla lettera? "Va ritenuta frettolosa, mette in risalto risposte che sono già contenute nelle norme contenute nella legge stessa". Concetti superficiali, chiaro il tentativo di prendere tempo e di non approfondire. "La legge delega nasce con l’obiettivo di migliorare e favorire lo sviluppo e la crescita delle migliaia di associazioni sportive dilettantistiche e di regolamentare il lavoro sportivo e i decreti attuativi. Che saranno emanati nel prossimo anno e recepiranno le osservazioni del Cio e del Parlamento". La Lega è intenzionata ad andare avanti. Ma il rischio sospensione dell’Italia dal Cio? Bach e i suoi funzionari non lasciano spazio ai dubbi. Forti preoccupazioni vengono espresse per alcune disposizioni della legge sullo sport attualmente al vaglio del Senato.

Secondo il Cio, essa intaccherebbe "chiaramente l’autonomia del Coni in sei punti". Il Comitato Internazionale Olimpico ritiene di "poter adottare per la protezione del riconoscimento di un Paese la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico". Se il governo ancora non lo avesse capito. È auspicabile che faccia tesoro del dettato Cio, arroganza e prepotenza porterebbero in quell’unica direzione. Lo sport italiano andrebbe a sbattere contro un muro, e si farebbe un gran male. Ancora il Cio. "L’autonomia dello sport è formalmente stabilita in una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottata a New York nel mese di ottobre 2014". L’ammonimento contiene l’ipotesi di espulsione dai Giochi, se non recepito.

"Lo sviluppo dello sport in un Paese richiede una positiva collaborazione tra le autorità di governo e le organizzazioni che possono riceverla. Le autorità che compongono il Coni dovrebbero rimanere vincolate allo statuto del Coni, alla Carta Olimpica, agli statuti delle organizzazioni sportive alle quali sono affiliate.". Chiaro, o no? Il finale della lettura sembra scritto a beneficio esclusivo di eventuali duri di udito.

"Il governo non può comunque avere un controllo specifico del Coni e delle attività sportive connesse". Proprio l’esatto contrario di quello che prevede la riforma approvata dalla Camera e in discussione al Senato. Provvedere, cancellare, cambiare. Diversamente l’Italia dello sport andrà incontro all’esplosione di una metaforica bomba che la farebbe saltare in aria.

Franco Esposito