Gemme, cristalli, ambre. Ma anche bottoni in osso e scarabei dell'oriente. La Casa del Giardino negli Scavi di Pompei (Regio V), ha restituito un nuovo straordinario tesoro: i resti di uno scrigno (in legno e metallo) pieno di monili: campanelle, bamboline, pugni chiusi, falli, pigne, spighe di grano e addirittura in piccolo teschio. Una collezione di strani oggetti che nel mondo romano avevano a che fare con la fertilità, la seduzione, il buon esito di un parto o di un matrimonio.

ERANO AMULETI CONTRO LA MALASORTE?
Oggetti preziosi, dunque, molti dei quali ritenuti autentici amuleti contro la malasorte. Meraviglie che forse appartenevano alla padrona di casa. Ma non è detto sia per forza così, dal momento che la cassetta è stata rinvenuta in un ambiente di servizio, lontano dalla stanza da letto della matrona e dall'atrio della domus dove gli archeologi hanno rinvenuto gli scheletri di dieci persone, praticamente l'intera famiglia, uccise dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. mentre tentavano di mettersi in salvo.

IL TESORO DI UNA FATTUCCHIERA
Non solo: nel tesoro ritrovato mancano quegli ori che a Pompei tutte le donne di un certo ceto amavano indossare ed esibire e che certamente non potevano mancare nel cofanetto di una matrona di media ricchezza come doveva senz'altro essere la proprietaria della domus. Insomma: le gioie del piccolo forziere sembrano raccontare tutta un'altra storia. Potrebbe trattarsi, come ha osservato il direttore del Parco Massimo Osanna, "di monili da indossare per occasioni rituali, più che per mostrarsi elegante". Oggetti sì preziosi dunque, ma magari legati in qualche modo alla magia. Forse, chissà, si tratta dell'armamentario di una persona, magari una schiava, dotata di particolari capacità taumaturgiche e di un rapporto privilegiato con la magia. Per dirla in altri termini, potrebbe trattarsi veramente del tesoro di una "fattucchiera".

GLI STUDI SONO ANCORA ALL'INIZIO
Ipotesi, sia beninteso. Tutte ancora da verificare. D'altronde, gli studi sulla Casa del Giardino (la stessa domus dove è stata ritrovata l'iscrizione che ha cambiato, di fatto, la data dell'eruzione del Vesuvio posticipandola dal celebre 24 agosto al più realistico 24 ottobre del 79 d.C) sono, di fatto, ancora agli inizi.

SPECIALISTI AL LAVORO
Gli oggetti che compongono il tesoretto rinvenuto alla luce sono stati appena ripuliti e restaurati e soltanto ora il team di specialisti del Grande Progetto Pompei potranno cominciare ad esaminarli studiandoli uno per volta. Nel contempo si lavora anche per fare luce sulla composizione della famiglia, così da tentare di ricostruirne anche la storia.