Sì. Non fate quella faccia. Non è una trovata pubblicitaria né giornalistica. Noi, "servitori" dei lettori siamo obbligati dall’etica professionale a riportarvi le notizie nella maniera più realistica possibile. E questa non è un invenzione. È realtà.

Il latte materno sarà presto commercializzato per il consumo tra gli adulti. Pare che faccia benissimo alla salute e un’azienda americana sta investendo miliardi di dollari nello studio di fattibilità. E c'è già chi pensa a nuove figure lavorative: le "fornitrice di latte naturale"... Ma vediamo più da vicino di che si tratta. L’oligosaccaride (HMO), uno zucchero tipico del latte umano potrebbe presto fare la sua comparsa nei prodotti per adulti. Perché? Semplice: l’HMO, non e’ digeribile, il che significa che raggiunge praticamente integro il colon dove alimenta i batteri benefici. Secondo i primi studi sembrerebbe che nei bambini le HMO (alias latte materno), rafforzano il sistema immunitario in via di sviluppo, aiutando a combattere le infezioni e l’infiammazione mentre aiutano lo sviluppo del cervello.

Nuovi studi mostrano che i benefici possono estendersi alle persone di tutte le età, adattandosi perfettamente al fascino crescente dei consumatori con i probiotici – i batteri "buoni" che possono aiutare a mantenere un corpo umano sano. L’idea di inserire l’HMO anche in prodotti per adulti arriva da giganti globali come i chimici DowDuPont Inc. e BASF SE che stanno investendo milioni per incrementare la produzione in laboratorio di questo ingrediente. DuPont stima che il mercato annuale dell’oligosaccaride, se esteso anche agli adulti, potrebbe raggiungere $ 1 miliardo.

I più piccoli rivali del gigante Usa includono Jennewein Biotechnologie GmbH e FrieslandCampina della Germania. La società danese di biotecnologia Glycom S/A si rivolge al mercato della salute dell'apparato digerente adulto con integratori HMO che ha iniziato a vendere negli Stati Uniti e in Europa alla fine dello scorso anno. In somma le aziende americane ed europee sono pronte a questa nuova sfida. Ne vedremo delle belle.

di MARGARETH PORPIGLIA