Il Circolo Giuliano dell’Uruguay ha festeggiato il venticinquesimo anniversario con un pranzo organizzato presso la sede del Circolo Trentino di Montevideo. Fondata nel 1994, questa associazione raduna gli esuli e i discendenti istriani, fiumani e dalmati, territori appartenenti in passato all’Italia e poi passati alla Jugoslavia come conseguenza dei vari conflitti bellici del novecento.

"Oggi è davvero un bel momento poter celebrare le nostre nozze d’argento" ha commentato a Gente d’Italia il presidente del circolo Gianfranco Premuda, uno dei tanti esuli fiumani arrivato in Uruguay negli anni cinquanta. "Sono passati tanti anni da quel 1994, tante cose sono cambiate da allora". "Oggi restiamo in pochi ma nonostante questo continuiamo a riunirci e a ricordare la nostra storia cercando di trasmetterla ai nostri figli e anche agli altri italiani".

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Quest’ultimo aspetto è stato fin dalle origini uno dei tratti fondamentali del Circolo Giuliano: "Il nostro è un caso decisamente anomalo. All’epoca, quando noi fummo costretti a lasciare le nostre terre, dagli altri italiani eravamo visti come traditori per colpa della mentalità della sinistra dell’epoca. Ci sono voluti molti anni affinché le cose potessero cambiare e oggi per fortuna c’è un clima molto diverso. Anche qui in Uruguay abbiamo voluto sempre ribadire la nostra italianità mantenendo anche ottimi rapporti con i nostri vicini, specialmente friulani e veneti e trentini. Pur vivendo lontano noi continuiamo a sentirci italiani".

Premuda ha poi approfittato dell’occasione anche per ricordare il recente centenario dell’impresa di Fiume guidata nel 1919 dal poeta Gabriele D’Annunzio: "Forse questa data oggi interessa molto poco ma io credo che sia una vicenda estremamente importante per il nostro paese. Attraverso i racconti dei miei nonni ricordo che in quel periodo a Fiume si respirava una grande voglia di libertà. Spesso la figura di D’Annunzio si confonde con quella di Mussolini ma questo è un grosso errore, il Duce cercò di appropriarsi di lui. La storia ormai è andata così e non la possiamo più modificare, l’importante è che oggi ci sia un ricordo privo di odio. Il messaggio da risaltare dell’impresa di D’Annunzio è l’amore per l’Italia e il coraggio".

"Oggi" -ha dichiarato il segretario Aldo Zanfabro nel suo saluto di benvenuto- "non celebriamo solo i nostri 25 anni di vita ma ricordiamo anche i precedenti 8 anni di fratellanza e collaborazione con la Famée Furlane che ci invitarono a partecipare. Insieme a loro abbiamo iniziato a diffondere all’interno della collettività italiana la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni". Durante il pranzo è stato presentato il libro originale con i verbali di tutte le assemblee del Circolo Giuliano in questi 25 anni fin dalla prima che risale al 24 luglio del 1994. Oltre alle riunioni, tra le principali attività organizzate in questi anni ogni 10 febbraio c’è la celebrazione del Giorno del ricordo, la solennità civile approvata dal parlamento italiano nel 2004 che ricorda la tragedia delle foibe e l’esodo di queste popolazioni.

Matteo Forciniti