Nel cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci (1452-1519) l’Europa celebra il suo genio nel tempio cultura più celebre, il Museo del Louvre a Parigi. Si apre oggi la più imponente retrospettiva di sempre dedicata interamente al pittore e inventore fiorentino. Curata da Vincent Delieuvin e Louis Frank, la mostra mette insieme le opere più famose di Leonardo e probabilmente di tutta la storia dell'arte. Pittore, architetto e scienziato, Leonardo da Vinci è l’uomo che ha maggiormente segnato la storia artistica del vecchio continente. Morto il suo patrono Giuliano de' Medici, il maestro toscano lasciò l'Italia e si trasferì ad Amboise, nella Valle della Loira, alla corte di re Francesco I e portando con sé alcuni dipinti, tra cui la Monna Lisa. Il castello di Clos Lucé, a pochi passi dalla residenza del re, fu la dimora dei suoi ultimi tre anni di vita. Qui si dedicò alla pittura, alle invenzioni e persino all’allestimento di meravigliose e spettacolari feste per la corte reale.

Questo sodalizio artistico ha permesso alla Francia, e in particolare al Louvre, di possedere quasi un terzo dei dipinti leonardeschi, in parte prodotti in Francia, in parte acquistati da Francesco I per la collezione reale che già includeva La Vergine delle Rocce e La Belle Ferronnière, acquisite da Luigi XII. Questa straordinaria serie di dipinti ha costituito l’inizio delle collezioni del Louvre. Per questa retrospettiva il museo parigino ha riunito il maggior numero possibile di dipinti dell'artista intorno alle cinque opere principali delle sue collezioni: oltre alla Vergine delle Rocce e alla Belle Ferronnière, ecco la Gioconda, San Giovanni Battista e Sant'Anna. Accanto alle cinque grandi opere pittoriche possedute dal museo parigino, la mostra presenta circa 120 opere di Leonardo tra dipinti, disegni, sculture, ma anche oggetti d’arte e manoscritti provenienti da importanti istituzioni museali in Europa e negli USA come la Royal Collection, il British Museum, la National Gallery di Londra, la Pinacoteca Vaticana, il Metropolitan Museum di New York e l’Institut di France, solo per citarne qualcuno.

Alla fine è arrivato anche L'Uomo di Vitruvio, il fragile studio delle proporzioni del corpo umano, inviato da Venezia. C'è anche il tanto discusso e costosissimo Salvator Mundi, di cui non si conosce con certezza l'identità degli attuali proprietari, dopo il suo acquisto nel 2017 dal principe saudita Mohammed bin Salman. Un insieme di opere che è anche il segno di un nuovo stabile rapporto tra Italia e Francia dopo il periodo di polemiche innestate da Matteo Salvini che individuava nel presidente francese Macron uno dei suoi bersagli prediletti. Il disgelo fu sancito, lo scorso 1 maggio ad Amboise dai presidenti Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron. Lo straordinario evento è stato completato dal protocollo d'intesa firmato dai ministri della Cultura dei due Paesi, Franck Riester e Dario Franceschini. Ciò ha permesso il trasferimento a Parigi di cinque disegni di Leonardo più due dipinti, copie antiche di sue opere. In cambio, la Francia si è impegnata ad inviare cinque dei suoi Raffaello a Roma il prossimo marzo, dove alle Scuderie del Quirinale si prepara la retrospettiva per i 500 anni della morte dell'altro gigante del Rinascimento.

I visitatori ammireranno dunque innanzitutto i cinque capolavori che abitano al Louvre - la Gioconda, appena tornata nella sua sala abituale, ristrutturata, la Vergine delle Rocce, la Belle Ferronniere (Ritratto di Dama), il San Giovanni Battista e Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'Agnellino. Il museo francese offrirà al pubblico anche la visione dei suoi 22 disegni di Leonardo. Poi, i prestiti del "San Girolamo" della Pinacoteca Vaticana, il grande cartone di Burlington House della National Gallery e, dopo la sentenza emessa dal Tar del Veneto, L'Uomo di Vitruvio. A rendere la mostra ancora più eccezionale c'è anche "Mona Lisa: Beyond the Glass", la prima esperienza di realtà virtuale mai realizzata al Louvre che, grazie alla tecnologia dei dispositivi HTC VIVE, permette ai visitatori di interagire con il dipinto, rivelando dettagli invisibili a occhio nudo, oltre ad informazioni sulla genesi dell’opera e sull’identità della protagonista. Durante tutto il periodo dell'esposizione, è previsto anche un ciclo di conferenze.

È bene sapere tuttavia che il dipinto originale della Gioconda, il capolavoro in assoluto più visitato del Museo del Louvre, non farà parte della tanto attesa mostra, ma resterà esposto nella sala della collezioni permanenti del Museo. Sarà dunque accessibile a tutti i visitatori, non solo a quelli che hanno prenotato un biglietto specifico per la mostra. L'altra novità dell'esposizione riguarda l'approccio scelto dai curatori che hanno organizzato il percorso seguendo alcuni principi chiave: rilievo luce-ombra, libertà, interesse scientifico, ritratti e vita dei personaggi. La mostra si apre con il gruppo statuario dell'Incredulità di San Tommaso, di Andrea del Verrocchio, di cui Leonardo fu allievo da giovane a Firenze. Per i curatori è proprio dall'osservazione di quella scultura dal piglio così pittorico che Leonardo iniziò a dipingere volendo trasmettere il senso del movimento. Ma il vero "stacco" avvenne intorno al 1478, quando Leonardo approfondì ulteriormente la lezione del Verrocchio attraverso una libertà dello spirito e della mano capaci di negare la perfezione della forma, dando vita alla composizione istintiva, di cui tele come la "Vergine delle rocce", il "Ritratto di musico" e il "Ritratto di dama" (Belle Ferroniere) sono esempi interessanti, tutti e tre presenti nella mostra.

Si è altresì ricorso per vari capolavori esposti - anche per "Sant'Anna, la Vergine e il bambino con l'agnellino" - a riflettografie infrarosse che indicano cosa ci sia sotto l'ultimo strato di pittura, mostrando l'intero processo creativo di Leonardo, in genere lungo, contorto, sinuoso, con ripensamenti a partire dal primo schizzo. Grazie a questa tecnologia sono stati scoperti dettagli inediti sulla realizzazione della "Vergine delle rocce" - di cui una copia è al Louvre e l'altra alla National Gallery di Londra - che forniscono un'altra spiegazione sulla presunta causa del rifiuto della prima versione commissionata. Sotto, i restauratori hanno ritrovato la stessa versione del dipinto originale, senza che l'angelo puntasse il dito su Giovanni Battista, cambiata da Leonardo all'ultimo momento. L’esposizione è il frutto di dieci anni di lavoro sulla sua biografia, sulla ricerca del materiale artistico e su una maggiore comprensione della pratica artistica e della tecnica pittorica di Leonardo. Le prenotazioni hanno già toccato quota 180mila. Ci si attende in ogni caso un record di visitatori, circa 7mila persone al giorno sino al 24 febbraio 2020.

Marco Ferrari