"Domenica prossima inizierà il tempo liturgico dell’Avvento. Mi recherò a Greccio, per pregare nel posto" dove San Francesco realizzò il primo presepe e "per inviare a tutto il popolo credente una lettera per capire il significato del presepio". Lo ha annunciato Papa Francesco al termine dell’udienza generale. Il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, ha commentato la lettera del Papa, definendola un "inedito" che avrà una doppia valenza, "sociale" e "spirituale". "È una bellissima notizia - premette mons. Pompili - che il Papa torni a Greccio, per di più firmando questa lettera dedicata al valore e al simbolo del presepe che nell’immaginario collettivo resta la forma più efficace di comunicazione del Vangelo cristiano perché racconta del bimbo avvolto in fasce nella mangiatoia. Un primo significato di questa lettera, che rappresenta un fatto inedito, è di natura sociale, è il richiamo a tornare all’origine del senso del Natale che ha subito nel corso degli anni rivisitazioni di dubbia identità e qualità". Pompili cita come esempio su tutti "la reinvenzione del Natale ad opera della Coca Cola in America; è stato parte di questo processo che ha trasformato il Bambinello in Babbo Natale". Pompili sottolinea che "questa reinvenzione accade di vederla anche nelle grandi catene di supermercati dove non si parla di presepe ma dei borghi antichi. E allora si vede il presepe senza grotta che è come parlare di Natale senza il festeggiato. Il Papa, molto concreto, viene fisicamente dove tutto è nato per richiamare sul fatto che il Cristianesimo è un fatto concreto e non può essere equivocato".