A molti, politici m anche e soprattutto gente comune, non sembrerà, ma l’Italia è tra i Paesi che in Europa investe di più e ha più uomini impegnati in questo settore in rapporto alla popolazione. Quale settore? Non la scuola e nemmeno la ricerca. Ovviamente non il turismo ma, udite udite, la Pubblica Sicurezza.

Abbiamo più poliziotti per abitanti di quanti non ce siano in Francia o in Germania e spendiamo anche molto più di loro. Lo dicono i numeri, i freddi numeri, anche se molti di noi sono convinti del contrario. E convinti del contrario resteranno. Nel 2017 l’Italia tra Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Agenti Penitenziari (non conteggiati Guardia Costiera e Vigili Urbani) aveva in divisa 306 mila persone, 453 divise ogni 100 mila abitanti. Nel Regno Unito nello stesso anno erano 211, in Francia 320, in Spagna 361, in Germania 297 ogni centomila abitanti. Nel 2019/2020 l’Italia ha in bilancio l’assunzione di altri 11.192 uomini in divisa. Quanto ai soldi, la media di spesa europea per la sicurezza interna è dello 0,9 per cento del Pil, l’Italia spende l’1,3 per cento.

Il tema è spesso al centro delle campagne elettorali, il tema sicurezza, siamo convinti e ci convincono, o almeno lo sono molti italiani, che il nostro sia un Paese insicuro, pieno di crimini e con forze dell’ordine impotenti o quasi, per numeri e mezzi, nella lotta contro il crimine. Ma non è così, anzi. Su 35 Paesi presi in esame, l’Italia è all’ottavo posto per agenti (che siano polizia, carabinieri, guardia di finanza o polizia penitenziaria) ogni 100 mila abitanti. Senza contare vigili urbani e poliziotti provinciali. Più di noi ne hanno Montenegro, Cipro, Grecia, Croazia, Malta, Macedonia del Nord e Lettonia. Nessun grande Paese e soprattutto nessuno paragonabile per estensione, popolazione, economia e struttura sociale all’Italia Gli uomini in divisa ogni 100 mila abitanti sono 453 contro una media europea di 355. In Spagna ce ne sono invece 361, in Francia 320, In Germania 297 e nel Regno Unito appena 211. Sono i numeri forniti dall’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano, guidato da Carlo Cottarelli.

Numeri che dicono che siamo, noi italiani, cittadini di uno dei Paesi che più investe nel comparto sicurezza destinando l’1.3% del Pil a questo settore contro una media europea dello 0.9%. Si dirà, qualcuno dirà che più spendiamo e più agenti abbiamo perché abbiamo più crimini e più criminali. Ma è falso anche questo dato, quantomeno del punto di vista numerico perché, se è vero che abbiamo l’11.7% di reati in più ogni 100 mila abitanti rispetto alla media continentale, il nostro personale supera del 27.6% la stessa media. Insomma non lo sappiamo ma spendiamo tanto e abbiamo tantissimi poliziotti a vigilare sulle nostre notti. Eppure ci sentiamo insicuri.

Ci sentiamo così in buona parte per colpa della narrazione che del nostro Paese viene fatta di continuo, quella di un Paese minacciato da migranti e ladri ma che invece ci vede tra i luoghi del mondo con meno fatti di sangue registrati. Siamo, è verissimo, il Paese di mafia, camorra e ‘ndrangheta, e questa è la vera ombra nera sulla nostra sicurezza ma non di questa siamo in realtà preoccupati. Interessante è, sfogliando lo studio della Cattolica, scoprire quali sono le nazioni che meno agenti hanno in rapporto alla popolazione: Islanda, Danimarca e Finlandia. Che ci sia anche un problema, un pregiudizio culturale legato ai concetti di sicurezza e paura?

di RICCARDO GALLI