Sembra quasi un film: Aldo, Vera, Totò... Invece è tutto vero: Aldo Giaquinto, Vera Kozlovskaia, la loro Toyota, ribattezzata Totò in onore del grande attore napoletano, dal 2016 hanno cominciato a far diventare realtà il loro sogno, girare per il mondo. Quattro anni di avventure dopo aver lasciato tutto e tutti. Il lavoro, Aldo, 38 anni, originario di Napoli, faceva lo chef, ma con la moglie Vera, 35, moldava, un impiego nel settore della informatica, nel 2016 ha deciso che era arrivato il momento: viaggiare per il mondo con la loro Toyota Land Cruiser nera, attrezzata non solo per percorrere migliaia di chilometri in ogni parte del globo, ma anche per viverci. Un'auto del 2005 con targa della Gran Bretagna, perché lì la coppia viveva e da lì sono partiti.

I Paesi nordici, poi Russia e Cina, il sud-est asiatico, quindi Australia da dove Totò è stata inviata per nave fino all'Uruguay, un'altra tappa del viaggio senza fine. Il 2018 lo hanno passato in Sudamerica, arrivando poi a Panamá, mentre l'anno scorso è stata la volta di Stati Uniti e Canada, poi ancora gli USA, dove hanno visitato 27 stati, per scendere fino alla Florida, alle Keys. E tra quelle splendide isolette all'improvviso, hanno cominciato a fare anche loro i conti con il Coronavirus. Fortunatamente non direttamente, stanno entrambi bene, ma con quello che COVID-19 ha portato con sé oltre a malati e morti. "Per tutte le restrizioni che si sono susseguite - ha spiegato Aldo - ci siamo dovuti fermare qui in Florida".

Davanti al Walmart di Hallandale Beach, pochi chilometri a nord di Miami, nel grande parcheggio dell'ipermercato, da giorni c'è la Toyota Totò. "Ma la nostra vita non è cambiata - ha aggiunto Aldo - in qualche modo abbiamo fortuna". C'è un problema, che riguarda il visto da turisti già scaduto, hanno richiesto la proroga anche se fino a qualche giorno fa non c'era stata nessuna risposta, se non quella di alcuni avvocati che, gratuitamente, si sono offerti di aiutarli. Oltre a questo hanno dovuto anche cambiare leggermente la loro routine: di solito la loro vita in questi quattro anni ha fatto affidamento alle installazioni pubbliche, bagni, docce, eccetera. Adesso però è tutto chiuso così la Land Cruiser, oltre a essere già auto, letto, cucina, ha allargato la serie di servizi, mentre la connessione internet arriva gratis, dai locali circostanti.

"Adesso è un po' più difficile - ha continuato a spiegare Aldo - però cerchiamo di mantenerci positivi e prendere la parte migliore di tutto ciò. Sappiamo che ci sono persone che stanno molto peggio di noi, noi ringraziamo per tutto quello che abbiamo qui". Un buon umore che li ha accompagnati sempre in questi quattro anni, perché, anche prima del Coronavirus, ci sono stati altri momenti difficili, non come questo certo, ma viaggiare per il mondo da soli non è sempre semplice. E anche ad Hallandale Beach, come successo prima nei tanti luoghi che hanno visitato, i residenti si sono accorti di loro, li sostengono, li aiutano anche, passando a salutarli e portando loro un po' di cibo. "Siamo increduli - hanno detto Aldo e Vera - per la quantità di persone che vuole aiutarci, non si contano le buone persone che ci sono nel mondo".

I loro progetti, prima del Coronavirus, prevedevano la permanenza in Florida per qualche settimana, poi il 27 marzo avrebbero dovuto spedire la Toyota in Sud Africa, sempre via mare, mentre loro sarebbero volati fino a Johannesburg in aereo, quindi, una volta conclusa la tappa africana, l'Italia, si può dire finalmente, dove il loro appartamento, in costruzione, li sta aspettando. Però adesso tutto è fermo, così il piano B prevede la sosta, in attesa che il mondo riprenda a muoversi, con una proroga del visto e un accampamento forzato nel sud della Florida, per poi ripartire con il progetto originario. "Aspetteremo - ha detto col sorriso Aldo - come sta facendo tutto il mondo".

Hanno visitato 50 Paesi in 5 continenti, guidando per 200.000 chilometri, una esperienza che non si può paragonare con nient'altro e che la coppia ha intenzione di sfruttare al rientro in Italia, lavorando soprattutto nell'ambito della protezione dell'ambiente. "Il nostro viaggio - ha concluso Aldo Giaquinto - è autofinanziato, frutto di anni di duro lavoro e di risparmi. La nostra vita è semplice, ma gratificante, tutto è cominciato con un sogno, ma il Coronavirus lo ha trasformato in un incubo".

Roberto Zanni