La corsa al vaccino anti coronavirus. Ricercatrice italiana ha accettato di farselo iniettare in Inghilterra, a Oxford. Laureata in scienze biologiche all’università di Monaco di Baviera, Elisa Teresa Granato è la prima di cinquecento che proveranno il farmaco nato tra Italia e Inghilterra, a Pomezia e Oxford. La specialistica in microbiologia e immunologia, il dottorato a Zurigo, la ricerca infine al dipartimento di zoologia a Oxford dal 2017. E ora la convivenza con questo vaccino sperimentale, che in Inghilterra assicurano a basso rischio. La dottoressa Sarah Glbert ha dichiarato al Times: "Sono ottimista all’ottanta per cento". Il nome del vaccino sperimentale? "ChAdOx1 nCovid-19", e si basa sulle proteine appuntite della superficie del Covid 19. Quelle che attaccano le cellule di un organismo per far filtrare il virus.

Il progetto-scommessa del Jenner Institute of Oxford University e dell’Advent-Irbm di Pomezia è di isolare queste proteine dal resto del coronavirus e immetterle nell’individuo in modo da causare una risposta immunitaria. Si spera, di conseguenza, che l’organismo, se dovesse confrontarsi col Covid 19, reagisca alle proteine appuntite della scorza del virus, respingendo la penetrazione del nucleo del virus nelle cellule. Proprio questa è la nuova sfida di Elisa Teresa Granato. La ricercatrice italiana ha compiuto gli anni il 23 aprile. E quel giorno esattamente si è fatta iniettare il potenziale vaccino, già testato dagli inglesi con esiti incoraggianti su sei macachi. Un’emozione fortissima, per lei, di origine italiana tramite i suoi genitori, anche se l’italiano lo parla poco e non bene. È di madrelingua tedesca, fluente il suo inglese. Trentadue anni, si è coraggiosamente sottoposta, prima di cinquecento, alla sperimentazione del vaccino anti coronavirus lanciato dall’università di Oxford in collaborazione con gli studiosi di Pomezia.

Il test compagno di una grande speranza: entro l’autunno sapremo se funziona. La grande emozione raccontata alla Bbc, che ha assistito in esclusiva all’operazione. Le prime parole pronunciate dieci minuti dopo aver tolto il laccio dal braccio. Il potenziale vaccino è filtrato all’interno dell’organismo mediante una semplice iniezione. "Sono una scienziata felice, voglio sostenere la scienza e la ricerca in ogni modo possibile. Mi sono sentita inutile, visto che non studio i virus, ma batteri e altri microrganismi viventi. Adesso sto bene". Ha pensato che partecipare a questa sperimentazione fosse per lei "la cosa più facile per sostenere la causa". In buona sostanza e lucida asciutta sintesi, la scienza per Elisa Granato è la vita. Amici e colleghi conoscono il suo pensiero, la sua convinzione e la determinazione che la anima in ogni fase di questa delicata professione. Il 2 aprile le è stata annunciato di essere stata scelta per sperimentare il "ChAdOx1 nCoV-19". Il vaccino di Oxford. Decine di suoi twitter hanno invaso il mondo. "La scienza comanda sempre. E io sono grata ai ricercatori di Oxford che stanno lavorando senza sosta".

Il concetto che appare sul davanti della sua felpa rosa, "Science rules". Proprio mentre, all’altro capo del mondo, il presidente statunitense Donald Trump farneticava intorno a improbabili disinfettanti da ingerire via orale. Doveva raggiungere i genitori oltreoceano, che non vede da cinque mesi, né loro né il gattino Kami. In marzo ha dovuto annullare il volo. "Perché ora conta solo abbassare la curva del contagio". Europeista convinta, fino in fondo, in Inghilterra ha avuto parecchio da ridire sull’inazione, la scarsa incisività del governo Johnson contro il Covid 19. Solidale con i poveri di Oxford, è impegnata con forza nel sociale. Lotta per la parità sessuale. "Noi donne siamo spesso escluse. Ma non abbiamo bisogno di un trattamento speciale. Vogliamo solo essere trattate come gli uomini". Parole forti, che pesano, pronunciate con la stessa identica fermezza mostrata, quella determinazione entusiasta che le ha permesso di essere la prima di cinquecento ricercatrici e ricercatori di Bristol e Southampton in lista per provare il potenziale vaccino.

L’antivirus che apre il cuore del mondo alla speranza di poter presto sconfiggere il micidiale devastante invisibile nemico. I primi piani non le interessano, a Elisa Granato preme innanzitutto rendersi utile al servizio della scienza che comanda. Una donna di grande coraggio, italiana per via dei genitori. Se gli esperimenti in continua evoluzione porteranno i risultati sperati, la produzione su vasta scala del vaccino potrebbe cominciare a settembre. Bill Gates ha già dato pubblica disponibilità: finanzierà la produzione di milioni del vaccino. Oxford e Pomezia sono più avanti di tutti. Cinesi e statunitensi compresi.

Franco Esposito