L'intento, lodevole e nobilissimo, è quello di coinvolgere tutta l'Italia in un ideale abbraccio. Una settimana a colorare di verde, bianco e rosso i cieli dello Stivale in vista dell'importante ricorrenza del 2 giugno, Festa della Repubblica.

Eppure, la prima giornata del "Giro d'Italia delle Frecce Tricolori" è stata segnata da assembramenti e polemiche. Diverse le città in cui vere e proprie folle si sono ammassate per godere dell'eccezionale spettacolo dei piloti e delle loro scie, vanto e orgoglio dell'aeronautica italiana.

Le immagini delle folle da stadio ammassate in strada o in piazza hanno fatto il giro del web diventando virali (termine quanto mai sinistro, di questi tempi) sui social. E scatenando le rimostranze di sindaci, amministratori e virologi.

Di chi è la colpa? Di tutti fuorché delle Frecce Tricolori, ovviamente. La responsabilità personale dovrebbe imporre a ognuno di rispettare le distanze di sicurezza imparate ormai a memoria durante la lunga emergenza.

E anche le amministrazioni locali, però, dovrebbero scendere in campo con misure più efficaci rispetto alla semplice presenza di qualche inerme vigile in strada. Si sapeva da settimane dell'esibizione delle Frecce Tricolori, perché non ci si è organizzati meglio nei principali punti d'avvistamento delle varie città?