Uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica provocata dal coronavirus in Uruguay è senz’altro il turismo che oggi è in ginocchio. Dal 13 marzo, quando veniva dichiarata l’emergenza sanitaria dopo i primi casi positivi, il settore è praticamente bloccato e da allora, oltre alle frontiere, anche le agenzie di viaggi sono chiuse. A lancia- re l’allarme è Audavi (Asociación Uruguaya de Agencias de Viajes) che riunisce 120 agenzie che oggi hanno il 98% del personale in cassa integrazione. Si tratta di circa 3mila persone e 7.500 famiglie.

È per questo che l’associazione di categoria ha chiesto ufficialmente al governo di dichiarare l’emergenza turistica per far fronte a una crisi che non ha precedenti. Tra le misure presentate all’esecutivo dai rappresentanti di Audavi Carlos Pera e Fernando Riva si segnala la riduzione di tariffe e tasse per il settore e fondi specifici con prestiti agevolati a tasso di interesse zero.

"Da oltre tre mesi" - ha spiegato il presidente Carlos Pera- "le agenzie di viaggi non hanno più alcun tipo di entrate eppure devono affrontare una media di costi fissi di 15mila dollari per pagare tasse e bollette". Con l’obiettivo di elaborare soluzioni per affrontare il problema, a breve sarà attivato un tavolo di lavoro formato da Audavi, Cámara Uruguaya de Turismo, i ministeri del Turismo e quello di Economia e la Presidenza della Repubblica.

Le richieste delle agenzie di viaggi sono state subito condivise da diversi esponenti politici tra cui Eduardo Antonini, deputato del Frente Amplio per il dipartimento di Maldonado, che ha spiegato: "La nostra zona dipende completamente dal turismo e oggi si vive una grande preoccupazione anche perché regna l’incertezza e non si sa ancora quanto tempo ci vorrà per tornare alla normalità. In questo momento il turismo ha bisogno di qualche tipo di esenzione, un po' di sostegno come è stato fatto in passato diverse occasioni con gli allevatori hanno ricevuto sussidi o altri benefici".

La notizia della possibile dichiarazione di emergenza turistica è stata accolta con favore dagli imprenditori italiani nel settore oggi in gravi difficoltà. "Sicuramente il turismo è uno dei settori più direttamente colpiti da questa crisi, siamo nel pieno di una catastrofe e non si sa ancora quando finirà quindi ben venga qualsiasi iniziativa a supportarlo". Questo il commento di Pier Luigi Taliento, direttore del Punta del Este Resort, che sottolinea come per l’Uruguay sia "fondamentale" la ripresa degli arrivi dall’estero dato che "sarebbe impossibile sopravvivere solo con il turismo interno". "L’industria del turismo è sull’orlo del collasso per cui si rende necessaria un inter- vento urgente da parte del governo" afferma Roberto Begnini, titolare dell’hôtel de charme Casa Roberto nel centro di Montevideo. "Prima di questo terremoto il settore era già abbastanza compromesso nell’ultima stagione per via della crisi economica argentina. Ricordiamo che stiamo parlando di un settore che contribuisce in una buona percentuale all’economia del paese con circa il 9% del PIL nazionale".

Matteo Forciniti