Il Camp Nou, con 99mila sediolini vuoti, fra poche ore, stasera, sarà un'enorme bocca spalancata senza denti pronta a inghiottire il Napoli. Che Gattuso e San Gennaro ci proteggano.

Da otto anni e 40 partite in Champions, il Camp Nou ha inghiottito tutti (34 vittorie, 6 pareggi). Ha lasciato le briciole dei pareggi allo Slavia Praga (0-0 quest'anno), al Tottenham (1-1 l'anno scorso), alla Juventus (0-0 quattro stagioni fa), all'Atletico Madrid (1-1 nell'annata 2013-14), al Benfica 0-0 e al Paris Saint Germain 1-1 (stagione 2012-13).

In questi otto anni di Champions, il Camp Nou è stato un fuoco pirotecnico di 114 gol nella porta degli avversari ai quali ha concesso la miseria di 24 reti e mai più di un gol per volta. L'ultima partita europea persa dal Barcellona sul suo campo risale all'1 maggio 2013: 0-3 col Bayern, semifinale di ritorno.
Spolverati questi numeri e tenuto conto che i bookmakers pagano 1,60 la vittoria del Barça, 5,25 quella del Napoli, bancando alto il pareggio (4,20), gli azzurri sono a Barcellona col nostro sogno impossibile. E direbbe Modugno: penso che un sogno così non ritorni mai più.
Ci fa difetto il risultato dell'andata (la stella filante di Mertens all'incrocio sinistro di ter Stegen, pareggiata da Griezman).

Uno 0-0 ci avrebbe fatto più comodo. A Barcellona ci avrebbe premiato l'1-1. Se è vero che al Camp Nou si potrebbe pareggiare, per andare ai quarti (traguardo storico per il Napoli) occorrerà fare almeno 2-2 per il valore doppio dei gol in trasferta a parità di reti dopo l'1-1 del San Paolo. Il Barcellona non prende due gol sul suo campo da otto anni, gliene fece due lo Spartak Mosca soccombendo però 3-2.
Nel nostro sogno impossibile, tutti diciamo: speriamo. E in una serata battona sapeste quant'è strana Barcellona (canterebbe Ornella Vanoni). I catalani hanno avuto venti giorni senza partite, il Napoli appena sette. Saranno più freschi di noi.
È vero che non avranno Busquets e Vidal squalificati, ma stavolta, rispetto al match del 25 febbraio al San Paolo, ci sarà il bieco Suarez nel terzetto assaltatore con Messi e Griezman (il Napoli avrà Koulibaly, assente all'andata). La "pulce" sarà più sveglia che a Fuorigrotta.
Alla squadra non faranno velo le controversie con la società. I giocatori andranno in campo per il prestigio e i quattrini. Non aspettiamoci svagatezze di alcun genere. Il Barcellona ha già fallito tutti i trofei nazionali. Gli resta la Champions per tirare su una stagione deludente.

Il Barça farà il suo solito giochino dei mille passaggi danzando davanti l'area di Ospina per addormentare la difesa azzurra e sorprenderla sull'ultimo tocco in corridoio. Ci vogliono occhi aperti e mente lucida, e guai a guardare solo il pallone.
Basterà il 4-1-4-1 per murare i giocolieri blaugrana del gol? L'impresa è doppia. Non basterà non prendere gol per uno 0-0 eroico (l'1-1 dell'andata qualifica i catalani). Come s'è già detto, bisogna farne due se la serata dovesse regalarci il pareggio.
Oppure, oplà, contro ogni statistica e pressione storica del Camp Nou, e contro la superiorità tecnica del Barcellona (lasciando perdere i tre davanti, in mediana giocano Sergi Roberto, Rakitic e De Jong), dovremmo rapinare subito un gol (come Mertens ha saputo fare contro lo stesso Barça al San Paolo e a Liverpool) e tenercelo stretto stretto tappando ogni buco davanti ad Ospina. Questo è il sogno.
Gira e rigira per cercare vie di scampo e di qualificazione, a parte la "pugnetta", come direbbe Galeone, della "gabbia" da destinare a Messi, che non è 'a canaria (sta bene e canta), il possesso-palla in cui è maestro il Barcellona (65% al San Paolo) punta a lasciare poco il pallone al Napoli serrandolo nella sua metà campo.
Il Napoli non può permettersi un pressing alto per arrivare più velocemente alla porta di ter Stegen. Si scoprirebbe. Dovrà necessariamente giocare basso, e ve lo costringerà il Barcellona palleggiando in avanti. Sulle serpentine di Messi bisognerebbe mettere mine anti-uomo, ma non si può. E attenzione ai falli al limite dell'area: Lionel scodella punizioni maradoniane.

Insomma, è una partita maledettamente complicata. E vediamo se Insigne giocherà. Il sogno resta, l'impresa è ardua. Al Camp Nou, le squadre italiane hanno pagato sempre pegno. Strapazzati in alcune occasioni Juventus (3-0), Roma (6-1), Milan (4-0).
Si fa avanti il Napoli che, battuto in partenza, faccia la sorpresa che il calcio qualche volta regala. Il sogno. E per sognare poi qualcosa arriverà, come cantava Pino Daniele.