Arrivano gli Agronauti: dalla liquirizia al riso made in Calabria, artigiani e piccole imprese d'eccellenza agroalimentare fanno squadra e delineano un nuovo itinerario di turismo enogastronomico lungo la punta dello Stivale. Per ora sono 16 realtà, da Sibari a Catanzaro, ma la mappa è destinata ad ampliarsi, individuando modelli virtuosi di imprenditoria. Lo scopo è far conoscere una rete in divenire e intessuta da più mani, che vuole valorizzare accoglienza, cucina e attrattive che, dall'archeologia allo sport urbano, possano attrarre un nuovo turismo, qualificato e destagionalizzato.

E' il progetto Agronauti, voluto dallo chef Claudio Villella - 46 anni, calabrese doc, ma con importanti esperienze in Piemonte e in Sardegna -, che vuole puntare sulla grande potenzialità della Calabria come meta di turismo food&wine. L'idea, ha detto Villella, è quella di mettersi in gioco in una serie di incontri/confronti nel ristorante L'Olimpo di Catanzaro, di rilanciare il territorio proprio attraverso la sua forza più grande: le eccellenze enologiche e gastronomiche. L'unione di più di 16 realtà, insieme alla cucina dello chef, mette in luce, oltre a un ventaglio di qualità - dal vino Cirò allo zafferano, dalla Liquirizia Dop al tartufo del Pollino -, anche produzioni che non ti aspetti in Calabria, come il riso Carnaroli alla robiola di latte caprino.

Tra questi, diversi i presidi Slow Food, come il caciocavallo di Ciminà e l'olio extravergine Dop Lamezia. Ad ogni appuntamento, che si terrà presso il ristorante L'Olimpo all'hotel La Perla del Porto della famiglia Rotundo, si alterneranno un agricoltore e un vignaiolo, raccontando la storia e le caratteristiche tecniche e organolettiche dei loro prodotti agricoli, mentre in cucina lo chef Villella penserà a speciali ricette. Un'occasione di scoperta della Melanzana Lady Violetta de.co. diLongobardi. Non mancano sapori di mare, con piatti a base di tonno alalunga, pesce spatola, gallinella di mare, bottarga di tonno di Vibo Valentia e cernie locali.

Il neologismo "Agronauti" con cui lo chef Villella definisce i suoi produttori, evoca il mito degli Argonauti che vede protagonisti 50 eroi riuniti sotto la guida di Giasone a bordo della nave Argo alla conquista del vello d’oro. Un mito preso in prestito dall’antica Grecia, proprio come il nome del Ristorante l’Olimpo. Il collegamento è spontaneo con i 16 produttori calabresi, riuniti dallo chef Claudio Villella per accompagnarlo in questo viaggio alla scoperta delle migliori materie prime della regione Calabria: La melanzana Lady Violetta e lo Zibbì, il Tartufo del Pollino Sapori di Bosco di Gugliuccello, Cantine Cundari, Zafferano del Re, i vini di Cataldo Calabretta, il riso carnaroli di Sibari di Masseria Fornara, Cantine Colacino, i caprini dell’Azienda Agricola Sant’Anna, i vini di Sergio Arcuri, i micro ortaggi di Ghea di Andrea Colicchia, i vini di Magna Grecia, il Caciocavallo di Ciminà, i vini di Le Moire, la Liquirizia Dop Nature Med e i vini di cantine Benvenuto, Suriano.

Lo chef Villella ha spesso incoraggiato e dato consigli di produzione agli agricoltori e viticoltori che oggi fanno parte di questo progetto, intervenendo nella filiera produttiva, per evidenziare valori quali filiera corta, tracciabilità, trasparenza, solidarietà, fiducia e sostenibilità. "La mia cucina parla calabrese - spiega Villella -. Nei miei piatti c'è la storia della mia terra, ci sono le sue infinte meraviglie gastronomiche. Le più note e quelle sconosciute. Chi siede alla mia tavola, fa un viaggio nel gusto e nella cultura gastronomica". E in un albergo con prevalenza clienti business, sono molti i manager che si tolgono la giacca per una pausa di gusto a base di Morzello, tipico piatto di quinto quarto di Catanzaro.