Prosegue l'indagine conoscitiva sulle esigenze e le condizioni delle comunità italiane nel mondo con varie audizioni davanti alla Commissione Affari Esteri ed Emigrazione del Senato, presieduta dal senatore Vito Petrocelli.

Oggetto dell'audizione è stata la comunità italiana in Argentina e sono stati ascoltati l'Ambasciatore d'Italia, Giuseppe Manzo, il Console Generale a Buenos Aires, Marco Petacco, il Console Generale di Bahia Blanca, Antonio Petrarulo. I consoli rappresentano due dei nove uffici consolari in Argentina in rappresentanza di quella che può essere definita come la più numerosa comunità italiana all'estero con oltre 1 milione di iscritti all'Aire (per lo più di età compresa tra 30 e 60 anni) e con circa la metà di 45 milioni di argentini che ha origini italiane. Ai consolati si aggiungono due Istituti di Cultura e un ufficio Ice.

"Fino all'11 ottobre in Argentina vige un regime di lockdown differenziato tra varie province iniziato sei mesi fa, senza voli per l'estero e senza collegamenti aerei interni", ha spiegato l'Ambasciatore per delineare in quale difficile scenario stanno vivendo gli stessi connazionali.

Quale ruolo può avere questa comunità per promuovere gli interessi dell'Italia? 

"Il Sud America è una zona cui guardare come in passato si guardava ad altri continenti: l'America Latina ha il 20% delle risorse mondiali di petrolio, per esempio il giacimento chiamato Vaca Muerta è il secondo al mondo per Shell Gas ed il quarto per Shell Oil. Il triangolo Argentina, Bolivia e Cile vede l'estrazione di più della metà del litio al mondo, che è l'oro del ventunesimo secolo ed è utilizzato per le batterie. Discorso analogo può essere fatto per le riserve d'acqua dolce", ha illustrato Manzo evidenziando come l'Argentina sia il primo Paese per esportazione di bio-diesel ed il secondo per soia e mais.

Sono dati enunciati per far capire quanto possa incidere la nostra presenza in quel Paese alla luce anche di un rafforzamento nel partenariato tra Unione europea ed America Latina. Tuttavia il legame con l'Italia non è, per le ovvie ragioni di una sostanziosa italo-discendenza, solo di natura economica. "Un anno fa abbiamo inaugurato la prima cattedra al mondo di italicità all'Università di Mar del Plata al sud del Paese dove si studia il modello locale di italianità e quali effetti abbia sulla società. Un altro esempio è invece a Buenos Aires dove il secondo più grande e prestigioso teatro argentino è italiano: il Coliseo. "Oltre a quello economico abbiamo quindi tanti settori per noi strategici che devono coinvolgere i nostri giovani per rinnovare l'attaccamento all'Italia perché solo il 10% degli italiani che risiedono qui sono nati in Italia. Nel rafforzamento del ruolo dei giovani ci stanno aiutando molto i Comites ed il Cgie", ha spiegato l'Ambasciatore ricordando che la sua missione nel 2018 è iniziata proprio con uno studio a campione sui nuovi flussi migratori italiani in Argentina dove il 70% degli intervistati è risultato in possesso di un titolo universitario, in buona parte ha già vissuto all'estero e ha già legami con il territorio argentino.

"Questi flussi hanno richiesto un processo di rinnovamento per esempio nella digitalizzazione dei servizi consolari", ha evidenziato l'Ambasciatore. Un tema caldo e delicato sul quale si sta invece lavorando in questi mesi è quello dell'affermazione del modello italiano di lotta alla criminalità internazionale. "Stiamo operando con la Procura Nazionale Antimafia per condividere questo modello: durante questi mesi di lockdown con la Guardia di Finanza siamo riusciti a svolgere dei corsi di formazione a distanza", ha sottolineato Manzo parlando poi degli aiuti ai connazionali in difficoltà durante questo periodo: oltre 2500 gli italiani aiutati a rimpatriare con dodici voli speciali e trasferiti dalle zone più periferiche fino a Buenos Aires. Per capire il contesto pandemico argentino bisogna ricordare che attualmente ci sono circa 12 mila casi al giorno con un totale che dall'inizio dell'emergenza Covid ha raggiunto i 700 mila casi e 16 mila decessi.

Nel corso del dibattito è intervenuta la senatrice Laura Garavini (IV), eletta nella Europa, che ha espresso apprezzamento per l'impegno dell'Ambasciatore e più in generale della nostra rete consolare argentina rivolgendo quindi un quesito ai Consoli presenti. "L'emergenza da un lato porta nuovi compiti mentre dall'altro lato rischia di aumentare la quota di lavoro arretrato che ancora grava sull'area argentina. Quali eventuali misure ad hoc si pensa di mettere in campo?", ha chiesto Garavini facendo riferimento anche ad un aggiornamento circa la situazione del personale con contratto locale con particolare attenzione alla questione dell'assicurazione sanitaria, ipotizzando se necessario di poter ricorrere anche ad una copertura assicurativa privata. Sulla questione sanitaria ha replicato l'Ambasciatore sottolineando come ci sia la massima attenzione al contesto affinché il personale possa lavorare al meglio: "tali temi sono stati comunque già segnalati all'amministrazione centrale a Roma che ha competenza esclusiva in materia", ha precisato Manzo che rispondendo invece al senatore Alberto Airola (M5S) sul tema del business e dell'aiuto alle piccole e medie imprese ha garantito come ci sia reale attenzione a queste istanze.

"Abbiamo aiutato per esempio un'impresa italiana di medie dimensioni che sta riuscendo ad avere accesso a una quota delle risorse di litio e che produrrà batterie in Italia e in Argentina, accedendo anche ai finanziamenti comunitari", ha sottolineato Manzo ricordando come lo stesso Patto per l'Export sia stato presentato anche a diverse aziende operative in Argentina. Il Console Marco Petacco ha ricordato come il Consolato di Buenos Aires sia insieme a quello di Londra il più grande dell'intera rete estera italiana per numeri di iscritti all'Aire e sia quindi il più significativo del continente americano.

"E' chiaro che il tema della cittadinanza assume un carattere sistemico per un Consolato di questo tipo: Buenos Aires negli ultimi dieci anni ha generato da sola 72 mila nuovi cittadini, tra riconoscimenti e naturalizzazioni", ha spiegato Petacco evidenziando anche il conseguente impegno sul fronte dei servizi da erogare a questi nuovi cittadini. "Il legame affettivo e sentimentale con l'Italia qui è altissimo e non si riflette solo nella propensione al riconoscimento della cittadinanza, vissuto dalle nuove generazioni come strumento di mobilità sociale e di opportunità economiche ma anche come strumento di partecipazione alla vita associativa e democratica", ha aggiunto Petacco ricordando come il mondo dell'associazionismo italo-argentino, che spesso ha origini antiche nel tempo, sia tuttora un punto di riferimento importante.

In vista del ricambio generazionale "già dalle prossime elezioni per il rinnovo dei Comites è auspicabile avere candidati che rappresentino sia la componente giovanile della nostra comunità e sia le istanze della nuova emigrazione", ha aggiunto Petacco parlando anche di valorizzazione del turismo delle radici e quindi di uno scambio bidirezionale con l'Italia da vedere come contesto di opportunità che possono passare attraverso lo studio della nostra lingua. "Nel raccordo con le università italiane si potrebbe mutuare il sistema statunitense del Campus Day per orientare gli studenti nella propria scelta oppure lavorare per un accordo bilaterale che permetta il riconoscimento reciproco dei titoli di studio", ha precisato Petacco che rispondendo al quesito della senatrice Garavini ha ricordato come la pandemia abbia fatto rimodulare l'erogazione di servizi consolari anche in virtù del distanziamento fisico garantendo la funzionalità della struttura senza accumuli eccessivi: "certo sarà necessario uno sforzo collettivo per tornare ai livelli di output fluido precedenti il lockdown", ha puntualizzato Petacco.

Il Console Antonio Petrarulo ha evidenziato come anche il territorio della regione di Bahia Blanca sia molto esteso, comprendendo un'area grande tre volte l'Italia ma con un'anagrafe consolare di poco più di 70 mila iscritti. "Il Consolato ha assistito più di 200 connazionali bloccati nella circoscrizione assicurando loro sostegno logistico e contatti con le autorità sanitarie e di polizia. Abbiamo avuto il caso di una decina di studenti italiani minorenni presenti in Argentina per uno scambio culturale divisi in diverse città e siamo riusciti in appena 24 ore a metterli nelle condizioni di tornare a Buenos Aires e da lì ripartire per l'Italia", ha spiegato Petrarulo. Il Console di Bahia Blanca ha a sua volta ricordato l'importante sinergia con i Comites ed il ruolo svolto dalle nuove tecnologie anche per l'erogazione dei servizi consolari